Recensione in ANTEPRIMA: IL GIOCO DELL'INGANNO di Adele Vieri Castellano


Un nuovo, indimenticabile romanzo di Adele Vieri Castellano, in cui la Storia e il romance si fondono in un affresco affascinante.

Venezia, 1796. Lorenza, la giovane figlia del barone Marianin, sa che la attende un matrimonio senza amore e vuole concedersi un’ultima giornata di libertà tra le calli invase dalla folla colorata e festante del Carnevale. Bellissima e spavalda, non sa che la frenesia e la confusione nascondono grandi pericoli per una ragazza sola e sta per essere vittima della violenza di due uomini mascherati. Ma in suo soccorso arriva la più fosca e sinistra delle maschere: la baùta. Chiunque si nasconda dietro quel volto di cartapesta, ha negli occhi e nella voce il fascino della notte che è insieme rifugio dei briganti e covo delle stelle. Aristocratico o spia, la baùta non vuole rivelare il suo nome, trincerandosi dietro la sua fermezza elegante e decisa. Lorenza sa che non riuscirà a dimenticarlo, senza immaginare che poco tempo la separa dall’incontrarlo di nuovo… L’uomo misterioso è un’ombra tra le ombre che si muovono nella fitta rete di inganni della politica veneziana, in cui Lorenza sarà presto coinvolta in un crescendo di rivelazioni fatali e infuocata passione. 


Genere: Romance Storico
Editore: Leggereditore
Pagine: 480
Prezzo: € 10,00
Uscita: 31 Ottobre 2013




L'autrice:

cjGAeMr Adele Vieri Castellano ha pubblicato per Leggereditore il suo primo romanzo storico, Roma 40 d.C., Destino d'amore, dopo aver vinto il concorso di racconti indetto dalla stessa casa editrice nel 2011. Un successo seguito da Roma 42 d.C., Cuore nemico (2012) e Roma 39 d.C., Marco Quinto Rufo (2013). Ha vissuto per anni in Francia e ha due punti ben saldi nella sua vita: la lettura e la scrittura. Vive a Milano con tre gatti e un computer portatile. Nonostante le traduzioni, l'editing di libri, gli articoli e i romanzi che affollano le sue giornate, non dimentica mai le amiche. Perché senza di loro il suo sogno non si sarebbe realizzato.

Scheda del forum!


RECENSIONE A CURA DI ANGELA D'ANGELO:
Quando si recensisce un libro ci si pone molte domande: si guarda con occhio critico lo scritto, si contestualizza la trama inserendola in correnti e generi, si analizza la maturazione di un autore e solo in ultimo si prendono in considerazioni i propri sentimenti, quelli del lettore.

O almeno per me è così, subordino sempre me stessa all’analisi, le mie emozioni passano al vaglio di numerosi filtri fino ad essere stemperati in un modo che renda piacevole e comprensibile il messaggio che ho necessità di trasmettere.

Questa volta mi scuso perché questo lavoro di abbellimento, di cura e sistemazione non lo farò, questa volta ho deciso che la tempesta confusa e bellissima delle emozioni che Il gioco dell’inganno ha scatenato in me debba incontrare l’analisi senza essere da essa fagocitata.
Adele Vieri Castellano è un’eccellenza italiana, non lo dico con leggerezza né con l’animo di chi stima umanamente una persona. Lo dico con il rispetto che mi deriva dall’osservazione, con l’ammirazione di lettrice stupita e l’umiltà di chi non può far a meno di guardare alla bellezza e chinare il capo con venerazione e quasi timore.
La bravura della scrittrice è stata ampiamente dimostrata con la serie Roma caput mundi, in cui ha dato vita a un’ambientazione inedita e inconsueta, a personaggi che si sono staccati dalle pagine di storiografia e sono diventati vivi e tangibili.
Lo studio, il taglio deciso della narrazione e l’attenzione ai particolari hanno decretato un successo che deriva dal piacere della lettura e hanno dato vita a un apprezzamento trasversale che è diventato orgoglio, fierezza. Impossibile, assolutamente impensabile, non leggere il suo nome e urlare con il petto gonfio di un genitore amorevole “questa donna è italiana!”
La sua affermazione come autrice di romanzi storici di raffinato gusto non può che generare aspettative e tensione nel lettore, che ha la famelica voglia di divorare le sue pagine per chiudere il libro rassicurato che le avventure che la Castellano ci fa vivere non deluderanno mai.
Posso affermare con assoluta convinzione e  sincera approvazione che il detto “non tutte le ciambelle vengono con il buco” ha trovato la sua unica eccezione: Adele scrive e crea arte!
Il gioco dell’inganno è un romanzo dal gusto nostalgico e decadente, un’opera che indaga la fine per mostrare la speranza di un nuovo inizio.
E la fine è rappresentata dalla resa della  Serenissima, dalla caduta dell’indipendenza dopo oltre mille anni di Venezia.
L’inizio è, invece, la bellissima e struggente storia d’amore di Jacopo e Lorenza, due personaggi unici che sono certa conquisteranno i cuori più duri e inflessibili con il loro amore pacato e osteggiato, ma così profondo da emozionare e coinvolgere il lettore.
La suspense, la storia e gli intrighi politici di un impero alla fine della decadenza, si mischiano in modo sublime con la vita di una donna e di uomo che hanno l’unica pretesa di conoscere il vero amore e la sfortuna di dovervi rinunciare per motivi più alti, che coinvolgono il destino di una piccola città, grande nel mondo.
La storia della nostra bella Venezia è appassionante, le sue strade e i suoi palazzi sono di quanto più incantevole la mente e la fatica dell’uomo abbiano partorito, il simbolo di una società sempre moderna che ha saputo fare dello scambio culturale un motivo di forza oltre che di vanto.
La città diventa viva e antagonista, un personaggio a tutto tondo con un carattere, un suo personale temperamento che la porterà a contrapporsi alle vicende dei protagonisti, pur ospitandoli con pigra approvazione.
Camminare per le sue calli, muoversi con le maschere del famoso carnevale, frequentare caffè e case private assume nell’immaginario del lettore una forza evocativa che lo stacca dalla poltrona sulla quale legge o dallo scomodo sedile del pullman affollato e lo trascina in un’epoca che ricordiamo anche se non abbiamo mai visto.
Ricordiamo di Napoleone, quel furfante di cui Manzoni scriveva l’elogio funebre, ricordiamo i mercanti di stoffa, le cameriere che parlano in dialetto, il nome di dogi e di città che nonostante le guerre sono ancora qui a testimoniarci la loro storia.
La rievocazione di un passato comune a tutti noi si arricchisce di novità, di un uomo e una donna che hanno di comune e condiviso le necessità di tutti gli uomini e le donne, ma sono unici nella loro identità, nel ruolo che Adele ha cucito su di loro.
Jacopo è una spia d’altri tempi, un conte che rinuncia all’indolenza di una vita fatta di donne e vino e immola la sua esistenza alla protezione del suo unico e grande amore: Venezia.
Ha rinunciato a tutto per la sua città, ha perso più di quanto un semplice uomo avrebbe potuto sopportare e il suo spirito non è uscito mai indebolito o fiaccato.
È un personaggio meraviglioso, emozionante, che l’autrice ci ha regalato in un atto di generosità che probabilmente non meritiamo, ma  di cui Barbieri aveva bisogno per diventare immortale.
Ci viene svelata così la vita di un uomo il cui carattere e i comportamenti non sono frutto di una cruda virilità, quanto piuttosto di una raffinata intensità, di un’indole appassionata e seducente. Jacopo è un uomo che sente in modo complesso, dotato di un’acuta sensibilità che fa di lui un personaggio dall’immediato impatto emotivo, anche se vive di menzogna, dissimulazione, maschere.
I sentimenti di questo conte misterioso sono puri, trasparenti ed emozionanti; l’assoluta bellezza della sua anima si rivela in parole dal suono unico, in pensieri profondi e inconsueti, in gesti che hanno la maturità dell’adulto e la passione del bambino.
Un eroe che non dimenticherò tanto presto e sono certa non potrete fare a meno di amare.
Il suo ruolo è centrale nel libro che sembra scritto solo per offrirgli un palcoscenico sul quale muoversi e rivelarsi.
E, neanche a dirlo, Adele gli fa dominare la scena.
Non meno importante è Lorenza Marianin, l’unica donna che può imbrigliare il cuore della spia, una forza incontrastata la sua, paragonata spesso all’infuriare delle tempeste, che travolge il conte.
Bella come una dea e intelligente come il diavolo, la figlia del barone Marianin, ha la capacità non solo di farsi amare con i suoi pregi e i suoi difetti dall’eroe, ma riesce a accattivarsi le simpatie del lettore che non entra mai in competizione con lei.
Troppo il dolore, la pena che questa giovane ventenne soffre, troppo il coraggio con il quale affronta i giorni e si innamora, per non stimarla.
Ingenua, libera e leggiadra come solo le farfalle sanno essere, si posa sul nostro cuore con delicatezza e un po’ ce ne facciamo protettori fino a quando questa esuberante ragazza non troverà la felicità.
I due protagonisti sono forti, ben amalgamati e simpatici. Si confrontano con ironia ma anche con intensità, e quasi spaventa come riescano a rendere ogni incontro così toccante.
Avete capito che Il gioco dell’inganno è un libro che parla di molte cose, ricco di eventi e di intrighi, e usa come veicolo le emozioni. È intenso e appassionante, non trascura l’accuratezza storica e la ricerca, ma è così violento che tutto passa in secondo piano soppiantato dalla bellezza delle individualità.
Adele Vieri Castellano ha scritto un romanzo che denuncia tutta la sua bravura e la sua precisione di scrittrice sempre a contatto con la realtà, con la verità, ma ha anche dimostrato che ci sono vicende che debbono abbeverarsi della forza nascosta delle anime.
La forza si rivela in una prosa elegante, in un lessico che chi ama la nostra lingua come me non può che definire “commovente”, e si concretizza in una narrazione sincopata e incalzante che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine.
Il gioco dell’inganno è un inno alla bellezza di Venezia, alla storia della nostra Italia troppo trascurata, ma soprattutto è una lode a Jacopo e Lorenza, un ode che testimonierà per sempre il loro amore, rendendolo eterno nei nostri cuori.
Cos’altro aggiungere se non grazie?




 

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