Amore fra la righe: "PER UN CUORE IMMORTALE" di Frances Shepard.

Un nuovo racconto per "AMORE FRA LE RIGHE", elegante e raffinato, oscuro e squisitamente romantico!

Frances Shepard ci regala "Per un cuore immortale", una storia che dimostra che in amore non esistono sacrifici, solo scelte che cambiano la vita!





L’eternità si schiude
ai prediletti – pochi –
della sostanza colossale
dell’immortalità.
E. Dickinson


Ora so che avrebbe dovuto finire tutto. La vita come la conosco, i sogni che nutro con l’immaginazione e che sono fari nel buio del destino umano, persino l’amore si sarebbe disperso nel vento senza avermi prima scaldato il cuore. Osservo il vetro della finestra: è picchiettato di pioggia, le gocce s’inseguono sospinte dal vento e, trafitte dalla luce rosata del tramonto, rifulgono come polvere di diamanti. Il crepuscolo inonda di malva il cielo, i tetti di Parigi sono lastre scure, irte di comignoli e, mentre il mio sguardo si perde all’orizzonte, un clacson suona in rue la Bruyère riportandomi al presente.
Sono nuda, sento la pelle ancora accaldata dopo aver fatto l’amore. Il peso della sua gamba muscolosa schiaccia le mie, mentre il suo fianco mi tocca la vita in un contatto che è una dichiarazione di possesso. Un sorriso di gratitudine si allarga sul mio viso: lui dorme ancora, ho finalmente tempo per riflettere.
Come sarei potuta morire senza conoscerlo?           
Eppure, è proprio ciò che sarebbe accaduto se lui non fosse intervenuto…
Lo osservo. Il petto ampio è scoperto, ha un braccio sollevato sulla fronte e i lunghi capelli bruni sciolti sul cuscino. Ha un aspetto selvaggio, primitivo, assomiglia a un dio pagano. La barba gli ombreggia il mento e scende sino alla protuberanza del pomo d’Adamo. Qualche ora fa l’ha usata come arma di seduzione: perché ha scoperto che ogni volta che mi accarezza, con le guance deliziosamente ispide, perdo il contatto con la realtà. Non che il resto del suo corpo non sia in grado di far impazzire una ragazza, ma adoro il modo in cui lui si prende cura dei dettagli.
«So a cosa stai pensando, Marguerite» esordisce con voce roca.
«Non stavi dormendo?» chiedo e riacciuffo il piumone in un gesto d’istintivo pudore.
In un solo fluido movimento mi gravita sopra, sostenuto dagli avambracci muscolosi. Lo accolgo spostando le gambe, la sua erezione mi preme sull’addome e risveglia in me la donna passionale che non immaginavo di poter diventare. Gli occhi scuri ora sono fissi nei miei, socchiusi e affilati, gli conferiscono l’aspetto terribile di un predatore.
«Hai paura…» La voce gli esce spezzata, ha le sopracciglia aggrottate, come se non fosse in grado di sopportare quella rivelazione.
«Sì» ammetto e le lacrime mi offuscano lo sguardo.

Un giorno prima…

Mi volto e lo vedo. Per un istante rimane nascosto dai turisti che, come un fiume umano di giacche e zainetti, celano il rossore che mi brucia il viso. Occhi color ruggine adombrati da ciglia lunghe, capelli scuri e lisci, raccolti sulla nuca in un codino arruffato, mentre una ciocca schiarita dal sole gli è sfuggita e scende carezzandogli il viso per poi posarsi sull’arco sensuale del labbro superiore. Devo impormi di respirare per non rischiare di perdere l’equilibrio, mi sento così strana da quando lui è entrato nella mia vita… In verità, non ne fa realmente parte, perché io sono solo una maschera al museo e lui null’altro che un visitatore. Non ci siamo mai parlati. L’ho osservato, lui ha guardato me, con quelle iridi brunite, e la mia mente ha concluso che un uomo come lui non può che avere moglie e tanti figli ad attenderlo. Un uomo così non può notare una come me! Eppure, anche oggi, mi va di fantasticare sul suo fascino.
Ogni venerdì sono di turno nell’Alée centrale del sculptures e, immancabile da tre settimane, lui arriva, si siede, apre il grande blocco e inizia disegnare. Rimane così tutta la mattina, poi si allontana senza dare nell’occhio, tant’è che non l’ho mai visto andarsene. Lo osservo: ha spalle ampie, leggermente incurvate mentre disegna, sembrano esplodere d’energia trattenuta. Le gambe sono allungate sul sedile di marmo, mentre le mani, che si sporcano di carboncino nero, sono grandi e deliziosamente delicate. Quando alza gli occhi dal foglio e li punta sulla statua, mi trafigge inconsapevolmente il cuore.
La scultura che sta abbozzando con tratti decisi rappresenta una donna morente, è di Jean Baptiste Clésinger, è uno dei miei pezzi preferiti. S’intitola: Femme piquée par un serpent.
I raggi del sole penetrano dalla volta e il Musée d’Orsay s’illumina d’oro: ora, sotto il marmo della scultura, sembra scorrere il sangue, mentre il grande orologio della vecchia stazione scandisce il tempo fugace di un istante perfetto. In quel momento, mentre mi rilasso, lui, l’uomo che il mio cuore ama, alza lo sguardo notturno e mi rivolge un sorriso pigro. Le labbra s’incurvano lentamente disegnando un paio di fossette irresistibili, gli angoli ai lati degli occhi s’increspano, mentre le iridi sono percorse dalla scia di un’emozione.
Perdo uno, due, forse cinque battiti.
Picchio il pugno sul petto, il mio cuore fa le bizze, negli ultimi giorni. La testa mi gira talmente che temo di cadere svenuta. Sciocca! Reagisco come farebbe una ragazzina, mon Dieu! Il mio buonsenso scalpita, si ribella, cerca di attirare l’attenzione, ma la forza che mi spinge verso lo sconosciuto è troppo forte.
Cedo.
«Bonjour, monsieur» esordisco, anche se non so nemmeno se parli la mia lingua.
«Bonjour, Marguerite» risponde e il mio nome gli scivola sulle labbra, sulla lingua, facendomi correre brividi sulla pelle.
«Conosce il mio nome?» chiedo sbalordita. Sulla targhetta che porto, appuntata alla giacca scura, c’è sono una M puntata, seguita dal mio cognome: Fournier.
Lui scuote il capo, socchiude gli occhi e poi mi fissa intensamente. «Ho pensato a molti nomi con la sua iniziale, Marguerite è il più delicato, perfettamente in armonia con il blu dei suoi occhi.»
Annuisco, sono sorpresa, ma anche così felice che abbia pensato a me da regalargli un enorme sorriso.
«Vive a Parigi? La vedo spesso» attacco, tanto per non sembrare una povera idiota che avvampa per un complimento.
«Diciamo che sono di passaggio…» risponde elusivo e mi pare che il suo sguardo s’incupisca. Ora sembra pericoloso e il mio cuore accelera il ritmo fino a stordirmi, anche se non sono spaventata, anzi, provo per lui un’attrazione irresistibile.
«I suoi disegni sono bellissimi.» Li ho visti in queste tre settimane, mi hanno affascinato quasi quanto i suoi occhi di un nocciola insolito che vira al color ruggine.
«Merci. Tuttavia, la mia è solo una pallida copia: l’estatico abbandono di questa donna alla morte è così sorprendente che credo potrei tentare di rapire l’attimo all’infinito, trasmettendo solo un decimo della forza che le ha impresso l’artista.» Sorride e ora è malinconico, intenso. Come si decifra il viso di uno sconosciuto se le emozioni vi sfilano veloci e potenti una dopo l’altra? Sono confusa, no, sono pericolosamente attratta. «Vede le labbra? Sono socchiuse, come se stesse attendendo d’essere baciata. Le dita sono intrecciate nei capelli, come si fa per attirare l’attenzione di un amante… Non vi è terrore in lei, solo passione.»
Indica i punti più interessanti della scultura, si sofferma un istante per mostrarmi il serpente: la causa della posizione innaturale in cui è colta la donna morente. Un brivido mi attraversa involontariamente la schiena.
«Amore e morte: i due capisaldi del romanticismo» osservo aggrottando le sopracciglia.
Lui tace. Non abbiamo nulla in comune, nessun argomento di cui parlare, la consapevolezza di ciò mi gela sul posto. «La lascio ai suoi disegni. Piacere di averla conosciuta, signor…» esito, voglio almeno sapere il suo nome.
«Mi chiamo Raphaël. Ti prego Marguerite, diamoci del tu.»
Gli rivolgo un sorriso caldo, poi allungo la mano.
Lui sembra indeciso sul da farsi, poi avvolge il mio palmo nel suo e accade l’impensabile.
Il mondo si oscura davanti ai miei occhi, mi sento cadere, so che il mio cuore si è fermato. Sto morendo, quindi non dovrei sentire più nulla, tuttavia avverto il peso della sua mano sul petto, calda, greve. Un bacio ardente mi ruba il fiato, lo strappa dai miei polmoni e me lo restituisce, rovente. Respiro perché la sua bocca è sula mia, perché la sua lingua affonda e duella con la mia. Il dorso della mano di Raphaël mi sfiora la gola, scende lento lungo il collo, si solleva e, come una piuma, continua leggero sino a sfiorare la curva di un seno. Ora so perché non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso: lo desidero con un’intensità che si fa quasi dolorosa. I capezzoli anelano il suo tocco, quando lo ricevono, mi sfugge un gemito. Vorrei accarezzarlo, ma le mani sono pesanti e non posso usarle, non riesco nemmeno a sollevare le braccia… Dovrei essere spaventata perché il mio corpo non mi appartiene, è inerte, ma non posso provare paura: Raphaël mi sta plasmando. Sento una miriade d’impulsi elettrici scottarmi la pelle nei punti in cui si posano le sue mani.
Mi bacia ancora, con deliberata lentezza e, improvvisante, posso muovermi. Intreccia le dita alle mie e rispondo stringendomi a lui. Le sue braccia forti mi circondano, mi sollevano e mi portano lontano. Se è un sogno, non voglio svegliarmi! Se sto morendo, so che non vi è nulla di più dolce e terribile dell’angelo che mi stringe a sé…

Raphaël

Non ho mai sentito nulla: il mio cuore è vuoto, la mia mente priva di ricordi. Eppure, dal momento in cui l’ho incontrata, una fiamma si è accesa in me e ora la sento ardere potente nel petto.
I capelli biondi le sfiorano le spalle, oggi sono elettrici e le formano un’aureola dorata che mi fa impazzire dalla voglia di affondarvi le dita. Se li liscia con gesti nervosi, sorrido perché non capisco come possa essere inconsapevole di un tale dettaglio di perfezione. Ha occhi turchesi luminosi, pieni di vita, vi galleggiano ricordi ed emozioni. Le sue labbra le vorrei per me in un istinto del tutto umano di possesso, che non dovrebbe appartenermi.
C’è qualcosa che non va in me, non dovrei fare questi pensieri, non dovrei pensare per nulla… Sono qui per agire: per prenderle la vita. Nel momento in cui lei si avvicina, penso che sia tutto finito: Marguerite non può sopportare il mio tocco. Eppure, privarla dell’alito vitale è lo scopo che io ho in questo mondo.
Sono maledetto per ciò, mille volte più dannato di un demonio.
So tutto di lei, l’ho scoperto osservandola. I miei occhi vedono di più di quelli umani, perciò so che adora la pasta e che, quando fa il turno del mattino, le piace pranzare sola nella brasserie sull’altra sponda della Senna, leggendo poesie inglesi. Adora Oscar, il suo gatto nero, potrebbe stare ore a fissare i suoi occhi color zafferano. Porta ancora al collo la piastrina del battesimo, su cui è sbalzata la figura di un angelo. Che fatalità… Il sorriso che mi si allarga sul viso è frutto dell’infinita tenerezza che sento nascere nel cuore.
Ho qualcosa che non va: non dovrei provare emozioni, eppure queste mi spaccano in due il petto.
Quando lei si avvicina, accade tutto così in fretta che non posso controllare gli eventi. Parliamo, lei arrossisce e suscita in me la più sconvolgente delle reazioni fisiche. Cerco di tenerla alla larga, di salvarla, ma lei mi allunga la mano.
Egli vuole così, perdonami Marguerite!
Nessuno può toccarmi e sopravvivere, ma chi l’ha spinta verso di me? Deve esserci un piano divino se lei mi si offre, dandomi la possibilità di terminare la mia atroce missione. Ed è così: lei mi cade fra le braccia come un maestoso fascio di rose schiuse.
«Marguerite.» Pronuncio il suo nome, è un’invocazione per cambiare il destino. «Non voglio che tu muoia!» ringhio. Sono sopraffatto dall’ira, ora, la sento scorrere in fiumi amari, incendiarmi la gola e gonfiare i muscoli fino a far male. La furia è così forte e pura che potrei cedere e abbattere ogni cosa, ma non è mietendo altre vite che posso salvare la sua.
Decido in preda alla furia dell’emozione e la bacio, reclamandola, facendola mia nell’unico modo che conosco.
Voglio fare qualcosa di umano prima di ritornare a essere l’essere freddo di sempre.
La visione mi giunge nell’attimo in cui la sfioro, incapace di staccare le mani dal suo corpo. Vedo una bambina dai capelli biondi, i suoi piedini scalzi che guizzano sulle coperte di un grande letto sfatto. Sento il profumo della donna che amo: sa di pesca e zucchero filato, sa di beatitudine e contemporaneamente di giorni terreni, pregni di confortante normalità. La sento ridere: Marguerite! Mi chiama, alla sua voce si uniscono due voci infantili, sono i bambini seppelliti da qualche parte sotto le coltri invernali… Le loro voci sono capaci di trattenermi in un mondo che non mi appartiene, so che per loro rischierei l’anima.
Li amo.
Un tonfo sordo avvia il muscolo che gli uomini chiamano cuore, lo sento battere, mi sento vivo. Vivo e straziato, perché so di averla uccisa. Marguerite giace inerte fra le mie braccia, le carezzo il collo, lentamente.
«Se questa è una prova, basta! Non ce la faccio più…» mormoro. «Ho perso l’imparzialità…» Chiunque debba sentirmi lo farà, penso.
Le lacrime mi bruciano gli occhi, i miei capelli si sono sciolti mentre la afferravo, ora sono una cortina che ci separa dal mondo. E poi il miracolo accade: la sua lingua guizza e risponde alla mia, sciogliendo l’ultima parte di glaciale immortalità che c’è in me.
«Scelgo te, mille volte, Marguerite…» mormoro in una preghiera a fior di labbra.
«Cosa… cosa è successo?» chiede trattenendo un singhiozzo. Nella galleria siamo soli, è insolito perché dovrebbe essere l’ora di punta, ma non vi è nulla a questo mondo che possa stupirmi. «Ti ho sentito… Tu hai impedito al mio cuore di fermarsi» continua guardandomi con grandi occhi colmi di gratitudine.
Annuisco, come si può spiegare un miracolo? Come si può comprendere la scelta di una angelo venuto per potare morte che, inebriato dall’innocenza, sceglie la vita?

Quattro anni dopo…

«Papà! Vieni? Papà!» Adèle mi chiama con quanto fiato ha in gola.
Abbandono i pennelli in un vecchio barattolo, osservo la grande tela fissata al cavalletto: è quasi pronta. Se continuo con questo ritmo, potrò consegnarla a breve e, forse, portare Marguerite e i bambini in vacanza. Ho scoperto molto dell’essere vivi nel tempo che mi è stato concesso, ma nulla mi è più caro dei loro sorrisi, perciò li voglio portare al mare. Chiudo gli occhi, un istante, immagino le onde, il fragore, la salsedine e la distesa di sabbia della Normandia. Inspiro l’aria che sa di vernice del mio studio, fingendo di trovarmi già là. Amo il mare, forse perché in esso vi è l’eco dell’immortalità che ho perduto.
«Papà!» strilla Adèle, subito imitata dal piccolo Luc.
«Arrivo» rispondo e seguo le loro voci sino alla stanza da letto.
Sprofondati fra le corti, i bambini ridono e Marguerite cerca di acciuffarli. I piedi nudi guizzano, ma non abbastanza per sfuggire a un attacco di solletico.
«Pensaci tu» mi implora Marguerite, stanca ma radiosa.
In meno di dieci minuti ho la situazione sotto controllo poi, prima di metterli a dormire, ascolto il concerto di soffi nei recipienti di vetro dei succhi di frutta, per cui si sono allenati tutto il pomeriggio. Ora avrò la mia ricompensa, penso, mentre un sorriso da predatore mi sale alle labbra.
«So che non sei umano, ma come hai fatto?» mi accoglie lei, gettandomi le braccia al collo.
La sollevo, le allaccio le gambe intorno alla mia vita, scendo sino a sostenerle le natiche sode con i palmi delle mani. Lei ride piano, infilando il viso nell’incavo del mio collo, mi provoca un brivido così intenso che lo sento trascinare con sé ogni fibra del mio essere.
«Avevo un vantaggio, sai. Ho già visto questo giorno» le confido in un sussurro ardente, mentre la blocco, spalle al muro.
«Quando?» mormora sollevando il mento per accogliere il mio bacio profondo, esigente.
«Il giorno in cui ti ho quasi uccisa» le confido e ora le mani sono incontrollabili.
Lei geme piano, un lampo le attraversa gli occhi. «Hai sempre avuto questo vantaggio e non me lo hai mai detto?» replica e punta le mani sul mio petto in un debole tentativo di allontanarmi.
«Non dovrei interferire con la tua vita.» Le sollevo le mani sulla testa, la sento abbandonarsi di nuovo, mentre i capelli biondi mi stuzzicano il collo.
«Io morivo dalla paura di perderti quando abbiamo fatto l’amore la prima volta» mormora. «Se avessi saputo che c’era speranza per noi e che avevi visto il nostro futuro, non sarei vissuta con l’ansia di perderti!»
La osservo nel modo imperturbabile che non ho perso, nonostante non sia più un immortale. Ricordo i suoi occhi inondati di lacrime, il modo primordiale in cui ci siamo amati la nostra prima notte. Mi si stringe il cuore, ma non posso rivelarle ciò che so del futuro. Ci saranno altre occasioni in cui quel piccolo vantaggio mi permetterà di tenerla con me, perché dovrò lottare per lei, per noi.
«Siamo sfuggiti a un piano superiore: siamo due elettroni pazzi che scorrazzano liberamente lontano dal nucleo, ti basti sapere questo» continuo, mentre le sfilo la casacca del pigiama.
«Sei elusivo, Raphaël, ma voglio che tu sappia che non ho paura di morire. La morte mi ha portato te, il mio splendido angelo caduto» confessa e mi attira più vicino stringendo i seni al mio petto nudo.
«Non accadrà. Ti proteggerò, sempre.»
La mia battaglia è solo all’inizio. Ho troppo da perdere a questo mondo per non battermi.







L'autrice
http://www.eharmony.it/var/ezflow_site/storage/images/autori/frances-shepard/5190558-4-ita-IT/FRANCES-SHEPARD_large.jpgFRANCES SHEPARD alias Francesca Cani è nata a Mantova nel 1980. Laureata in Storia dell'arte, vive con il marito e la gatta in una villetta in campagna. Quando scrive si trasforma, predilige il punto di vista dei personaggi maschili perché più libero, avventuroso e capace di esprimere quel pizzico di incoscienza che, unito a un tocco di spregiudicatezza, la entusiasma e le fa volare le dita sulla tastiera. Legge tutto, ma rilegge spesso i libri che lo meritano, perché le hanno donato un palpito del cuore, un sogno a occhi aperti o una visione nuova e originale. Ama viaggiare. Ogni volta che può parte alla scoperta di Scozia, Inghilterra e Irlanda. Adora ogni cantuccio di Mantova, ogni muro di mattoni rossi e tutti i vicoli, soprattutto quelli deserti in cui in pieno inverno, avvolti dalla nebbia, si ode solo il rumore dei propri passi. Francesca ha da poco pubblicato con Harlequin il romance storico I colori della nebbia, scritto a quattro mani con Mariachiara Cabrini, alias Mary Shepard.






Visita il sito dell'autrice:
 

Ti è piaciuto il racconto di Frances Shepard?
Lascia qui un tuo commento per farci sapere cosa ne pensi!



Potete trovare qui i racconti di "Amore fra le righe 2013"





8 commenti:

  1. Ho adorato questo racconto. Francesca ha un modo di scrivere molto elegante, misterioso e affascinante. Se ne leggono pochi di paranormal romance così affascinanti.
    Complimenti anche a Sarah per la copertina che rispecchia in pieno l'intento della storia.
    Un racconto semplicemente MERAVIGLIOSO!

    RispondiElimina
  2. sono senza fiato! che storia bellissima e romantica! ti prego, Francesca, dimmi che diventerà un romanzo vero e proprio! voglio scoprire ogni loro segreto, vedere dove li porterà l'aver sfidato un disegno più grande, piangere, ridere e temere x questi due innamorati! ho amato ogni singola parola di questo racconto!
    grazie x quest'angolo di sogno che ci hai regalato!

    RispondiElimina
  3. Un racconto spettacolare, sensuale, che tiene con il fiato sospeso.
    mi unisco alla richiesta di leggere ancora di più su questi due bellissimi protagonisti.
    bravissima

    RispondiElimina
  4. Grazie infinite per le vostre parole! Quanto al seguito, non porrò limiti alla provvidenza... Vedremo, magari vi capiterà di leggerlo!
    Grazie al Angela per l'ospitalità e a Sara per la strepitosa cover.

    RispondiElimina
  5. un fantasy che più dolce non si può! come non si può non leggerlo! di un romanticismo estremo. Già dalle prime battute risulta essere dolce ed elegante e alla fine non puoi non tifare per l'amore dell'angelo caduto e della sua bella!! BELLISSIMO!

    RispondiElimina
  6. Wowwwwwwwwww!! Ho dovuto aspettare pe rleggerlo ma ne è valsa assolutamente la pena....
    Non solo sei molto brava, ma hai saputo creare una storia e un'atmosfera bellissime.
    Complimenti, un racconto emozionante davvero!!!!

    RispondiElimina
  7. Complimenti molto bello, sensuale e coinvolgente e, penso che i complimenti da chi come me non ama i paranormal, valgano doppio.

    RispondiElimina
  8. WOWOWOWOWOOWOWOWOWOW!!!!!!
    Racconto sensuale ed intrigante, la lettura mi ha incuriosita parecchio: posso sperare in un libro? ^^
    Adesso mi chiedo (e non è la prima volta), ma dove posso trovare anch'io un maschio così?

    Un BRAVISSIMA va anche alla nostra Sarah! La copertina è SENSAZIONALE!!!!

    RispondiElimina

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse.
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, è sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
I contenuti e le immagini sono stati utilizzati senza scopo di lucro ai soli fini divulgativi ed appartengono ai loro proprietari. Pertanto la loro pubblicazione totale o parziale non intende violare alcun copyright e non avviene a scopo di lucro.
L'autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda i siti ai quali è possibile accedere tramite i collegamenti posti all'interno del sito stesso, forniti come semplice servizio agli utenti della rete. Il fatto che il blog fornisca questi collegamenti non implica l'approvazione dei siti stessi, sulla cui qualità, contenuti e grafica è declinata ogni responsabilità.
L'autore del sito non ha alcuna responsabilità per le segnalazioni riportate nei commenti e per i loro contenuti. Ciascun commento o post inserito vincola l'autore dello stesso ad ogni eventuale responsabilità civile e penale.