Recensione: "ALAKIM" di Anna Chillon.











Genere: Urban Fantasy
Editore: Self Publishing
Pagine: 399
Prezzo Ebook:
6.90€
Prezzo Cartaceo: 20,32€  
Uscita Ebook: 
28 Aprile 2014





Sinossi:
Alakim è un permanente divorato da una fame crudele. Reietto in cielo e braccato in terra da una schiera di guerrieri immortali, condivide il suo rifugio sotterraneo con due Nephilim, abili combattenti e fedeli compagni nella sorte. 
Di giorno è costretto all’oscurità, mentre la notte si aggira per le vie di una Marsiglia trasgressiva, in cerca di un modo per assolvere al patto stretto con Lucifero. È proprio durante questa ricerca che un prete dalle eccezionali capacità sensitive gli suggerisce un antico testo custode di segreti proibiti, portandolo così a imbattersi in Nicole, una giovane libraia animalista. 
La ragazza ingaggia una lotta impari per non venire travolta dall’indole tenebrosa di Alakim e dal suo spiccato gusto per la malvagità, ma l’ardore che scocca tra loro rapisce corpo e mente, lasciandola senza via di fuga, sopraffatta dall’impetuosità dell’immortale e dalla scoperta di una realtà troppo grande da accettare: una realtà per la quale occorre avere fede. 
Così, in un susseguirsi di eventi inaspettati, mettendo a rischio la propria esistenza, i suoi amici e Nicole stessa, Alakim fa di tutto per dare a Lucifero ciò che gli spetta, lottando, tracciando la sua strada nel sangue e spingendosi oltre i limiti. 
Perché avere una possibilità di scelta è l’unica cosa cui non è disposto a rinunciare, anche se quello da pagare è un inimmaginabile prezzo. 





L'autrice:
Anna Chillon nasce a Modena nel 1977, si diploma come ragioniera ed esercita per anni in tale ambito, pur coltivando da sempre il gusto per la scrittura. Di giorno contabile e di notte autrice, spinta dalla voglia di mettersi in gioco, nel 2010 decide di rendere pubblici alcuni scritti tramite un suo blog di racconti che si rivela un successo inaspettato. Da ciò riceve il giusto incentivo per dedicarsi al progetto “Alakim”, un romanzo urban-fantasy che l’appassiona toccandola nel vivo con argomenti quali fede e amore.




RECENSIONE A CURA DI VALENTINA GREGORI:
La lettura di “Alakim” lascia sopraffatti e storditi, con la sensazione di doverla metabolizzare. La trama incalzante, i contenuti forti e crudi, le tematiche originali, lo rendono uno dei romanzi più affascinanti che ho avuto la fortuna di leggere.
L’impostazione su cui si fonda l’intreccio è tipico del genere paranormal romance innestato sull’urban fantasy, ma l’autrice ha il pregio di renderlo qualcosa di unico e innovativo.
Colpiscono la dimensione teologica e le analisi sulla fede: permettono di comprendere l’universo angelico proposto, oltre che di analizzare i fatti narrati, ma si prestano a riflessioni personali. Interessanti sono i riferimenti ai versetti biblici.
Colpisce la complessità dei personaggi, su cui spicca il protagonista indiscusso. Alakim era il primo tra i Serafini, colui che cacciò Lucifero dalle schiere celesti, ma

“Maturò una diversa consapevolezza di sé e del creato, e cominciò a guardare il mondo con occhi differenti. Nel suo supremo senso di giustizia non poteva più accettare che al genere umano fosse stato fatto dono della Terra come luogo dove esercitare una facoltà di scelta che non meritava. […] una così infima genia godeva di un così grande privilegio, una libertà di arbitrio che agli angeli non era mai stata concessa.”

Il Serafino decise di scegliere e “cadde” sulla Terra. Le sue intenzioni iniziali, che si intuisce erano state dettate dalla gelosia, si sono perse. Invidia provocata appunto dal desiderio di volontà e di libero arbitrio, che lo ossessiona e lo anima. Le conseguenze sono state spietate: ha perso la luce, è braccato ed è stato costretto a siglare un patto con il Diavolo. Eppure

“[…] una cattiva scelta è meglio di nessuna scelta. Alakim era sofferente e pieno di difetti, malvagio forse, ma era un essere libero.”

In realtà l’essenza del Serafino è ancora sepolta in lui, ma le tenebre lo hanno avvolto, ed è diventato un essere malvagio, perverso e spietato. Alakim è tormentato dal suo essere una sorta di creatura semi-demoniaca, e la battaglia che si svolge in lui lo lascia spossato.

“Ciò che era dentro Alakim bramava di emergere, mentre ciò che lo ingabbiava smaniava per impadronirsi della sua anima.”

Non ha quindi possibilità di redenzione.

“Sono la più maledetta tra le creature della Terra. Ecco cosa sono.[…]
La mia essenza è ancora lì, la posso sentire sotto una coltre di carne, sangue e ossa. Io ero la luce.
Io sono la luce.
Eppure era costretto a vivere nelle tenebre.”

L’indole demoniaca lo rende schiavo della fame. Infatti ha bisogno di nutrirsi di sensazioni e di emozioni negative, tra cui il dolore inferto e subito. Quando la fame lo reclama diventa insensibile e violento. È impossibile sovrastare questo bisogno primordiale che rischia di trascinarlo in un vortice di brutalità senza ritorno. Alakim tenta di resistere fino a quando diventa una necessità estrema. Tra gli accorgimenti adottati per evitare di cedere al lato oscuro e per “tornare in superficie”, un aggeggio metallico impiantato nel suo corpo.
L’etichetta “bello e dannato” non gli rende giustizia perché riduttiva: è un personaggio cupo, dal temperamento solitario, orgoglioso, dominante, bastardo e feroce, eppure intenso, profondo, con senso dell’onore e della lealtà, e che nonostante tutto desidera fiducia, rispetto, accettazione, e libertà dai tormenti, anche se è consapevole che sono parte di lui.
I prodi che riescono a sopportarlo e ad offrirgli ciò di cui ha bisogno a livello affettivo, sono innanzitutto i due coinquilini. Samshat e Muriel sono Nephilim, ovvero ibridi nati dalla relazione tra un angelo e una umana. Si tratta di una razza braccata dal Cielo perché considerata un abominio. In loro prevale il lato divino, che implica determinate caratteristiche fisiche e spirituali, ma rivelano una personalità radicata nelle passioni terrene. Il rapporto tra i tre è autentico, complice, cameratesco, e scandito da una ironia tagliente. Alakim è legato soprattutto a Samshat, colui che ha scelto come fratello perché riesce a gestirlo. Muriel invece mi ha colpito per l’indole più pacata, che cela uno spirito indipendente, guerriero e mistico, nonché sensuale. Sorprende apprendere dei suoi lavori, in cui talvolta sfrutta la complicità di Alakim.
Alakim trova la sua anima gemella (letteralmente) nella giovane Nicole. Nicole è speciale, anche se non conosce le sue capacità. Alakim & compagni scoprono infatti che è la chiave per assolvere al debito contratto con Lucifero. Alakim è attratto da questo scricciolo di ragazza senza fede, tenace, ostinata, ma leale, vulnerabile e, nonostante l’apparente esuberanza, schiva, che non si lascia sottomettere anche se spaventata, dalla natura passionale che fatica ad accettare e con un potere che ha timore di esplorare. Ha un passato sofferto che la incalza e l’ha temprata, ma che le ha lasciato bisogni affettivi e insicurezze. È turbata dal fuoco che le arde dentro, ma è questa passione che la rende ribelle e la avvicina ad Alakim, da cui si sente attratta, nonostante la paura che le trasmette.
La storia d’amore procede in modo naturale: i due si avvicinano lentamente, tra schermaglie e scontri di volontà. La scoperta che sono fatti l’uno per l’altra avviene verso la fine, quando finalmente cederanno le barriere di entrambi e si lasceranno andare, in senso fisico. Non manca infatti il sesso sfrenato, nella migliore tradizione romance. Nicole, attraverso la sensibilità, la passione e il potere, comprende la sofferenza che anima Alakim e accetta la sua natura divina (come angelo), oscura (come demone), terrena (come uomo). Non è semplice per lei soddisfare la “bestia” insita in Alakim, eppure riesce a domarla e ad accoglierla. Per la prima volta, con Alakim Nicole si sente libera di esprimersi, al sicuro e compresa.
Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, tra cui risaltano gli amici e lo zio di Nicole, il tenente, il magnaccia, il parroco dalle doti sensitive che coglie la verità su Alakim & compagni e li aiuta a progettare un piano d’azione efficace. Ho trovato appropriato il modo in cui è stato delineato il Diavolo: assicuro che fa onore al suo nome. Ovviamente compaiono angeli più o meno potenti.
Se vi aspettate l’happy end, rimarrete delusi. Il finale è amaro, drammatico, e aperto, inaspettato anche se non può essere altrimenti. È una dimostrazione della novità rappresentata dal romanzo, che ne aumenta il valore.
Lo stile è fluido, delinea con efficacia i temi affrontati, il carattere sfaccettato dei personaggi (soprattutto principali), i combattimenti spietati, nonché l’atmosfera cupa. I toni infatti sono crudi, a tratti violenti, espliciti e volgari. Non me ne sono lasciata intimidire: si ha la sensazione di dovercisi abituare. È un aspetto che ho rivalutato e infine apprezzato, e si intende che è funzionale alla narrazione. Inoltre, secondo me, è uno dei motivi che attestano l’audacia del romanzo. Ma potrebbe disturbare chi è più sensibile o non gradisce.
La scrittrice italiana, al suo esordio, non ha nulla da invidiare ad autori più affermati. Anzi, penso che “Alakim” sia migliore rispetto a loro narrazioni. Peccato per il prezzo del cartaceo un po’ proibitivo. In quanto a costi è meglio l’ebook.

Voto



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2 commenti:

  1. Risposte
    1. A me ha intrigato, ovviamente è la mia opinione... Non ho neppure risentito della lentezza che si coglie in alcune parti ;-)

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