Recensione: "TU SEI MIA" di Elizabeth Anthony.






Genere: Romance Storico
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine: 340
Uscita: 26 giugno 2014










Sinossi:
Oxfordshire, 1920.
Il sole non sorge ancora e Sophie è già a lavoro per far risplendere le immense sale di Belfield Hall. Ciuffi ribelli color miele scivolano dalla cuffietta bianca sul viso stanco. Ha sedici anni ed è la più giovane cameriera del palazzo. Per il resto della servitù è come se non esistesse, tutti si rivolgono a lei solo per darle ordini. C’è un unico momento in cui Sophie si sente felice: quando il grammofono suona e lei comincia a danzare. Fino al giorno in cui il suo sguardo incrocia due occhi azzurri ai quali non è possibile sfuggire, capaci di portare un po’ di luce nelle buie stanze dell’antica dimora. Appartengono a Mr Maldon, il nuovo padrone di Belfield Hall. Un uomo forte e deciso che non ha interesse per nessuno al di fuori di sé stesso. Ma basta un breve incontro tra loro e qualcosa di potente e sconosciuto li travolge. Entrambi sanno che ciò che hanno provato in quell’istante non può esistere: lui è un duca, lei una donna della servitù. Eppure ci sono tentazioni contro cui è vano combattere. Sophie non ha altra scelta che lasciarsi sedurre da quell’uomo, dal suo animo tormentato e misterioso. Perché Mr Maldon non riesce a resistere al suo fascino puro e ingenuo, ma nasconde desideri inconfessati. Nella magia di notti proibite, i due vengono trascinati in un piacere che non conosce differenze sociali: è fatto di gesti, sospiri, limiti da superare. Presto il loro amore impossibile deve fare i conti con gli intrighi di palazzo, con un’etichetta rigida e severa. Ma sottostare alle regole non è facile, soprattutto quando ciò che unisce è un’inarrestabile e cieca passione.



COPERTINA ORIGINALE


La serie è così composta:
1 - All I Want Is You - TU SEI MIA
2 - Breathless for You









RECENSIONE A CURA DI SARA:

«Non c'era un posto in cui nascondermi. In cui nascondermi dalla forza dei sentimenti che mi suscitava. E quasi leggendomi nel pensiero, lui aggiunse "Sei mia Sophie, sei mia. Di nessun altro. Per sempre."»

Ciao Insaziabili.
Oggi vi parlo di “Tu sei mia”, un historical che ha molto diviso l'opinione dei lettori, sperando di decifrare al meglio quello che ha lasciato a me.
La premessa è che io amo gli storici, ma in questo caso, non ho apprezzato un paio di cose.
Questa è la storia di un amore che sfida le convenzioni. È la favola che ci raccontano da bambine e con la quale, noi donne, fomentiamo la nostra idea romantica dell'amore. Tuttavia, ho trovato irreali i riferimenti al mondo bondage.
Siamo nei primi anni del novecento, parlare di sesso usando i termini che usa l'autrice stride un po' con il contesto. La storia c'è, nulla di nuovo, è giusto dirlo, ma gli storici, come i romance, non brillano certo per originalità. Si prestano allo scopo, che è quello di far sognare, e questo basta o almeno basta a noi Insaziabili sognatrici.
L'intera vicenda è carina, ma il suo ritmo, all'inizio, risulta lento mentre incalza troppo nella seconda parte. Non ho trovato l'equilibrio giusto nel suo modus narrandi e le caratterizzazioni dei personaggi mi sono risultate insufficienti per capire. Ma l'ambientazione mi è piaciuta, è stata argomentata bene ed è risultata affascinante. L'epoca è accattivante e l'autrice ne ha colto ogni aspetto storico. Tuttavia mi è sfuggito chi fosse veramente Ash, il perché di certi suoi atteggiamenti, il suo passato ( surreale anche quello) e perfino il suo presente. Ho trovato il testo ben scritto,  l'autrice ha padronanza dello stile. È elegante, mai pedissequa o impersonale. Non annoia insomma, ma purtroppo confonde, proprio per la scelta che adotta di affrettarsi a concludere, accennare a certe cose e poi lasciarle lì, prestate a dovere per risolvere qualche situazione. Anche l'antagonista, lady Beatrice, è perfida, lo si capisce da subito, ma non si delinea chiaramente rispetto al ruolo gravoso che ha sulla vicenda dei protagonisti. Sophie è una bambina fragile fin dall'inizio che non ha molta evoluzione nemmeno quando diventa donna. Rimane ai margini della sua vita, avvinta dalla sua condizione sociale. Subisce: il passato della madre, i pregiudizi, le offese, anche il primo approccio, non convenzionale al sesso. Ama però, questo sì, ed è quello che ce la fa amare, perché si dona senza riserva, con dolcezza, sapendo di doversi sacrificare ancora, per salvare l'uomo di cui è innamorata. Ci sono molti personaggi che s'intrecciano nella storia. Tutti trovano una collocazione coerente, non sono messi lì a caso e arricchiscono senza creare ingombro.
È un libro che si legge velocemente ma è indubbio che non metta d'accordo tutti. Il problema
è che non mi ha lasciato la voglia di saperne ancora, non mi sono innamorata del protagonista maschile (mi succede sempre). L'autrice è brava, chi può dire il contrario? Ma non ho capito certe sue scelte. Perché ambientare la storia negli anni 20? E trattandosi dei primi anni del novecento, era proprio necessario parlare ancora di nobiltà? Se si voleva narrare in chiave erotica, raccontando del modo bondage o dei rapporti saffici, perché ha scelto questo periodo? Questo, è stato il sassolino che ha fatto propendere il mio ago della bilancia a sfavore di questo libro. Forse sono io, che sono abituata a leggere storici di altro genere, anche molto erotici ma coerenti con gli usi, i convenevoli, il linguaggio. In questo caso, era come vedere due film sovrapposti, di cui non si riuscivano a distinguere, chiaramente, le immagini.





RECENSIONE A CURA DI ANITA:


“Tu sei mia” è il primo capitolo di una duologia romance storica e lascia col fiato sospeso, oltre che con una bella dose di rabbia verso la protagonista.
La storia raccontata è quella di Sophie Davis, giovane donna che passa da sguattera a cantante di successo e del duca Ash, suo amore eterno e perduto.
La differenza di estrazione sociale tra i due non è un ostacolo insormontabile, ma le convenzioni ancora radicate nella protagonista, nonostante siamo negli anni Venti del ‘900, fanno si che i problemi si moltiplichino tra i due, fino alla conclusione aperta del libro.
La storia si può dividere in due parti, una prima più lenta, ricca di minuziose descrizioni, e una seconda più concitata, quasi frettolosa che fa sembrare siano passati anni, quando invece il tutta questa parte si svolge nel corso di circa un anno.
Nonostante la “lentezza” iniziale il libro scorre bene, si legge facilmente in un pomeriggio, ma lascia profondamente insoddisfatti.
I protagonisti, non delineati a tutto tondo, offrono un’immagine di sé quasi irreale.
Sophie è una giovane donna che inizia a raccontare la sua storia da quando, tredicenne, resta orfana e va a servizio in una casa di duchi.
Racconta i primi anni come sguattera, poi il salto di qualità a cameriera personale di Lady Beatrice, una donna senza scrupoli che la perseguiterà per tutto il romanzo, fino alla realizzazione del suo sogno, d’amore e di carriera.
Il problema sostanziale di Sophie è l’ingenuità. Nonostante cresca, si fida delle persone sbagliate e non ha un istinto forte che possa aiutarla.
Molto bella e longilinea, se avesse un po’ di cervello in più non guasterebbe.
Chi non ama le protagoniste femminili andrà a nozze con questo libro e potrà trovare mille difetti a Sophie.
Dall’altra parte abbiamo Lord Asher. Un nobile con un passato oscuro, bellissimo e dannato da sofferenze atroci che ha subito in guerra.
Di lui si sa poco, tranne che attira facilmente l’odio di chiunque.
Lo si scopre passo dopo passo, ma non lo si comprende appieno. Ama Sophie profondamente ma non si impone su di lei, non sa convincerla della forza del suo amore. È poco convincente e lei, testarda com’è, non lo ascolta.
La cosa predominante tra i due, ma nel libro in toto, è il sesso.
Anche qui, una lievissima venatura sadomaso, retaggio di un passato nascosto, permea il libro. Argomento che ha stancato per la sua monotematica motivazione, non è eccessivamente calcato in queste pagine, ma, come è risultato da un confronto con altre lettrici, contribuisce alla sensazione di anacronismo che caratterizza la storia.
Le scene erotiche sono descritte abbastanza bene, non sono volgari né eccessive, nonostante siano numerose.
Lo stile della’autrice è chiaro, anche se non semplicissimo.
L’uso della prima persona favorisce l’immedesimazione ma la frettolosità di alcune scene da un senso di caos generale che confonde sui tempi della storia e sulle emozioni.
Rabbia, amore e dolore sono mescolati tra loro ma non arrivano al lettore con forza travolgente, sembrano essere misurate, ponderate.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che sia il primo di due libri, forse è solo parte della tecnica dell’autrice.
Nonostante non sia un capolavoro, “Tu sei mia” non è neanche un libro da buttare e riesce a guadagnare tre stelline su cinque, nella speranza che il seguito possa riscattarlo di almeno una stella.
  

Voto:

Erotismo:




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1 commento:

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