Recensione: "THE GIVER - IL DONATORE" di Lois Lowry.




 

11 MILIONI DI COPIE VENDUTE NEL MONDO. Diventato un libro di culto in tutto il mondo, ha ispirato uno straordinario film con i premi Oscar Meryl Streep e Jeff Bridges.


Traduttori: Sara Congregari e Angela Ragusa
Genere:  Fantascienza
Editore: Giunti
Collana: Y
Pagine:
 176
Prezzo: 12,00 €
Uscita: Ristampa Settembre 2014




Sinossi:
Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...







RECENSIONE A CURA DI SILVIA KRISTEN CASTELLANO:
Il libro “The Giver” mi ha lasciata sorpresa. Non immaginavo una storia simile, devo ammetterlo.
In origine, il romanzo è stato pubblicato nel 1993 negli Stati Uniti e nel 1995 in Italia. Recentemente, però, ne è uscita una nuova edizione, e ne è stato realizzato un film in uscita l’11 settembre. The Giver è apparentemente un libro per ragazzi, ma racchiude molto di più. 
La storia mi ha ricordato altre trame di libri distopici. Una società completamente controllata, dove tutto è prestabilito e non si lascia nulla al caso. Le emozioni come amore o dolore non ci sono più, non se ne ha più un ricordo, e gli istinti umani, come il desiderio, vengono placati. Non si conoscono i colori, la paura, il rischio e nemmeno i cambiamenti atmosferici. È tutto fermo e prestabilito.
Appena nato, ogni bambino viene osservato per qualche tempo e, se considerato troppo debole, viene “congedato”, cioè fatto addormentare per non svegliarsi più. La stessa fine fa anche il bimbo più piccolo o leggero in caso che nascano due gemelli dello stesso sesso. In seguito, c’è l’assegnazione del nome e dell’unità famigliare, come deciso dal Comitato. Infatti, ogni neonato nato da una Partoriente non rimane con la propria madre, ma viene assegnato a una famiglia, che al massimo può ricevere due bambini. Non vi è alcuna differenza individuale, ognuno cresce allo stesso modo degli altri, nel modo deciso dal comitato. A un anno, i bambini diventano Uno, poi Due, poi Tre e via dicendo. A dicembre, ogni anno, c’è una Cerimonia, durante la quale i bambini diventano ufficialmente più grandi di un anno. Ad ogni età si riceve qualcosa, come un peluche per i più piccoli o una bicicletta per i più grandi. Quando si diventa un Dodici, però, a ciascuno viene assegnato il lavoro che svolgerà per il resto della sua vita.
Questo è ciò che succede a Jonas, il protagonista. Ma lui riceve un compito importante, quello di diventare il custode delle memorie dell’umanità. Ciò significa che tutto ciò che gli altri non conoscono, come il freddo, il caldo, il dolore, ecc, verrà insegnato a Jonas dal suo predecessore, conosciuto come “il Donatore”. Quest’ultimo, ormai vecchio e stanco, trasmette a Jonas i ricordi del genere umano, ciò che noi, abitanti del 2014, conosciamo bene: la neve, la pioggia, il sole ardente, ma anche la guerra, la paura e la morte. Molte di queste memorie sono dolorose, provocano un dolore fisico, che il custode deve sopportare per tutta la vita, prima di trasmetterle a sua volta al custode successivo. Jonas comincia dunque a cambiare modo di vedere il mondo e anche la società, che è sempre stata la sua casa, ora non gli appare più come prima. Cose che prima gli sembravano come normali, come il “congedo”, ora si presentano per quello che sono: barbarie. Arriva al puntoche vuole e deve cambiare qualcosa e deve farlo andandosene dalla Comunità per cercare Altrove, un posto che non è chiaro cosa sia neanche per il lettore. Forse è un luogo molto lontano, oppure è la morte. Se il custode se ne andasse, tuttavia, ogni ricordo che il Donatore gli ha trasmesso, compresi quelli dolorosi, resterebbe nella Comunità e quest’ultima entrerebbe nel caos più assoluto. Una cosa simile è successo dieci anni prima di Jonas, con la precedente custode, una ragazzina di nome Rosemary. Sopraffatta dal dolore di alcuni ricordi, non ce l’ha più fatta e ha chiesto il congedo.
Quando se n’è andata lei, le memorie si sono riversate nella Comunità e ci sono voluti mesi per riportare tutto all’ordine. Jonas, però, pensa che sia necessario per cambiare le cose: è giusto che la Comunità conosca tutto del mondo, sia ilbene, i sentimenti e le emozioni, che il male. Insieme al Donatore, Jonas organizza un piano. Nella notte, scappa insieme a un bambino di nome Gabriel. Il piccolo, che è stato ospite a casa di Jonas per qualche tempo, è speciale, ma non riesce a dormire di notte senza che Jonas gli trasmetta un ricordo pacifico. Poiché la Comunità non sa niente di questa peculiarità del bimbo, decide di congedarlo. Appena lo scopre, Jonas decide di salvarlo e portarlo via con sé. I due partono in bicicletta e viaggiano di notte per nascondersi e riposarsi di giorno. Dopo parecchi giorni, il paesaggio attorno a loro comincia a cambiare e infine i due giungono a un monte innevato, oltre il quale c’è un “mondo” come lo conosciamo noi e come Jonas ha conosciuto grazie ai ricordi del Donatore. 
Il finale è frettoloso e rimane aperto, lasciando più domande che risposte. È tutto vero? Cosa succederà a Jonas e a Gabriel? Sono salvi oppure è solo l’inizio di una vita piena di difficoltà? E cosa nella Comunità? Cambierà qualcosa? Jonas tornerà mai indietro? Non ci sono risposte perché, nonostante The Giver faccia parte di una quadrilogia, le altre tre storie sono staccate da quella di Jonas. Non ci rimane che riflettere e io l’ho fatto. Il romanzo, come altri dello stesso genere, fornisce molti spunti di riflessione sul futuro e su cosa accadrà al nostro mondo. L’idea che le persone, un giorno, possano non avere più ricordi del passato, delle cose belle e di quelle brutte, mi angoscia. Non mi piace nemmeno che che tutto sia controllato e deciso, che tutti siano uguali. Si dice che il mondo è bello perché vario, e per me non c’è verità più vera (scusate la frase ridondante XD).
Per ora non vedo l’ora di leggere gli altri tre libri.

Voto:


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2 commenti:

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