Intervista: CASSANDRA ROCCA





Oggi esce l'ultimo libro della serie "Tutta colpa di New York". La nostra Mery ha pensato di fare qualche domanda a Cassandra Rocca, autrice rivelazione dell'anno.
Scoprite i retroscena delle sue storie!






Ciao Cassandra e benvenuta su Insaziabili Letture!
Iniziamo subito facendoti i complimenti per i tuoi successi e in particolare per l’uscita del nuovo libro “Mi sposo a New York”. Ti andrebbe di presentarci questa nuova storia?


Ciao a voi e a tutte le lettrici del blog. Per me è un onore essere qui!
Che dire del nuovo romanzo? “Mi sposo a New York” è un libro a cui tengo particolarmente, è la storia di Liberty, una giovane donna all'apparenza fredda e rigida, ma che dietro la maschera nasconde un'anima sensibile e sognatrice. Alcune delusioni del passato l'hanno spinta a rifugiarsi dietro quest'armatura di pietra e con il tempo si è convinta che preferisce vivere così, al riparo da tutti i sentimenti. Ma ci penserà Zack, suo primo amore nonché uomo molto determinato, a fare a pezzi questa sua convinzione.

2) Qual è stata la scena che ti ha fatto più emozionare e quella con cui hai avuto più problemi durante la stesura di questo romanzo?

Ci sono un paio di scene che mi sono piaciute particolarmente. Senza entrare troppo nel dettaglio, per evitare spoiler: la scena nel camerino dell'atelier di abiti da sposa, e il piccolo momento di tenerezza tra Liberty e la piccola Candice prima della gara di pattinaggio. E ammetto di avere un debole per l'epilogo! La più difficile? Forse l'ultimo capitolo: ho sempre qualche difficoltà a chiudere un romanzo.


3) Il protagonista, Zack, è un famoso pasticciere. Perché per lui hai pensato proprio a questa professione? Ti sei dovuta documentare sull'arte della pasticceria?

Adoro i dolci, perciò cosa può esserci di meglio di un uomo sexy che sa stare ai fornelli e che ti prepara torte squisite? Scherzi a parte, resistere ai sentimenti e alle emozioni è un po' come essere a dieta e guardare le vetrine delle pasticcerie: una sofferenza. L'analogia, quindi, mi sembrava adatta alla trama che avevo ideato per Liberty: lei ha tentato per anni di mettersi al riparo dalla dolcezza, in tutti i sensi. E ci voleva qualcuno, accanto a lei, che le facesse riscoprire ogni piacere della vita.
Non mi sono documentata molto sull'arte della pasticceria... a meno che non contiamo tutti i programmi di cucina che spesso mi soffermo a guardare in tv e che mi fanno letteralmente sbavare!


4) Liberty è un personaggio che, come vedremo nel corso del libro, ha dovuto cambiare se stessa e combattere con quello che di fatto è un disturbo alimentare. È stato difficile affrontare un argomento come questo in un romanzo che fondamentalmente racconta una storia d'amore?

Ho cercato di toccare l'argomento nel modo più delicato possibile, proprio perché la mia è soprattutto una storia d'amore leggera e io non ho certo le competenze per trattare una problematica così delicata. Liberty ha avuto problemi con il cibo, da ragazzina, problemi che l'hanno portata a sentirsi inadeguata. Ma pur essendo riuscita, negli anni, a cambiare drasticamente le sue abitudini e il suo aspetto, il disagio non è svanito, perché erano altri i problemi che la portavano a sentirsi così. Il messaggio che volevo passasse è che non è certo l'aspetto fisico a identificare una persona, e che un corpo perfetto non sempre è sinonimo di serenità. Spero di esserci riuscita.


5) Perché la scelta, un po' insolita, di fare di Zack un papà single? Ammetterai che è più comune leggere di ragazze madri.

Il padre di Liberty ha abbandonato moglie e figlie e questo ha senz'altro segnato l'infanzia di Lib. Per questo volevo che avesse accanto un uomo che potesse ridarle fiducia nella “famiglia”. È vero anche che adoro i papà dolci e protettivi, perciò non è stato affatto un sacrificio descriverne uno! Inoltre, volevo inserire la figura di un bambino all'interno della storia, perché sono la mia realtà quotidiana e perché con il loro candore e la loro dolcezza riescono davvero a toccarti il cuore, regalandoti tanto senza chiederti nulla in cambio. E Liberty aveva bisogno anche di un affetto incondizionato come quello per “guarire”.

6) Questo romanzo rappresenta la fine di una “trilogia” che ti ha portato un grandissimo successo. Come ti senti all’idea di dire addio a tutti i tuoi personaggi? Sarà un addio o magari un arrivederci?

Un po' mi intristisce. Se fosse possibile, continuerei a narrare le loro storie fino alla vecchiaia. Ma in fondo, essendo frutti della mia fantasia, posso rivederli quando voglio!
Non credo ci saranno altre storie con gli stessi personaggi, in futuro. Però, una nuova trama con un protagonista legato in qualche modo  a loro... Chissà? Mai dire mai!


7) Come sono nate le tue storie? In particolare com’è nata la storia di Clover e Cade, i
protagonisti di  “Tutta colpa di New York” ? Le altre storie, quella di Zoe ed Eric in “Una notte d’amore a New York” e quella di Liberty e Zack in “Mi sposo a New York”, erano previste prima del tuo esordio o sono state elaborate in seguito?

La storia di Clover e Cade è nata per caso, ormai due anni fa. Continuava a spuntare, nella mia testa, l'immagine di questa ragazza dai capelli rossi che rincorreva i bambini, e un vicino di casa che la guardava come se fosse matta. È stato impossibile ignorarli! Fin da subito è stato chiaro che le due amiche di Clover, Zoe e Liberty, avevano qualcosa da raccontare e così, di pari passo con la costruzione della prima trama, ho abbozzato anche le altre due. All'epoca pensavo di scrivere solo tre racconti a tema natalizio da racchiudere in un unico volume, ma la prima storia ha finito per prendersi troppo spazio... e mi sono ritrovata con tre romanzi separati tra le mani.

8) Nei tuoi romanzi hai delineato tre protagoniste tutte con caratteri molti diversi tra loro. Quale delle tre è Cassandra? O c’è un pizzico di te in tutte loro?

È vero, sono tutte diverse, ma hanno una cosa che le accomuna: un'insicurezza di fondo che le porta a indossare una maschera per difendersi dal giudizio altrui. Clover usa l'irriverenza, Zoe la civetteria, Liberty la freddezza, ma in realtà nessuna di loro è ciò che sembra e solo chi ha voglia di comprenderle può arrivare a scoprire la loro vera natura.
Delle tre ragazze, forse mi rivedo di più in Clover, soprattutto per quanto riguarda la passione per il Natale e la neve, e ho in comune con Liberty alcune fragilità. Ma l'anima più affine a me resta Eric: abbiamo lo stesso acido sarcasmo!


9) Tema ricorrente e caratterizzante di tutte le tue opere è la presenza di una favolosa città: New York. Perché hai scelto proprio la Grande Mela?

Quando ho deciso di ambientare la storia nel periodo natalizio, ho iniziato a fare alcune ricerche: mi serviva una location che avesse una grossa tradizione legata all'albero di Natale, e New York, con il suo rito dell'accensione dell'abete al Rockefeller Center, era la più indicata. Dovendo farvi muovere liberamente una star del cinema, poi, mi sembrava anche la più credibile.


10) Tu nasci come scrittrice auto pubblicata. Cosa ti ha spinto a provare l’esperienza del Self publishing? Ti senti di consigliarla ad altre scrittrici emergenti?

Sono arrivata al self publishing per puro caso. Avevo appena mandato un mio romanzo ad alcune case editrici, ma i tempi di attesa erano davvero lunghi e lo sconforto di non ricevere risposte era tanto. Proprio in quei mesi ho scoperto che ci si poteva auto-pubblicare su Amazon, gratuitamente (sono di Genova, non avrei mai pagato per vedere il mio nome su una copertina!), e così mi sono decisa a provare. Stavo scrivendo “Tutta colpa di New York” e ho pensato di usare quello per il mio esperimento: volevo un riscontro immediato che mi facesse capire se il mio modo di scrivere poteva piacere ai lettori o se avevano fatto bene le case editrici a ignorarmi. E per fortuna è andata bene!
Diciamo che consiglio il Self se non si riesce a farsi notare da una vera casa editrice tramite le
vie tradizionali, però deve essere fatto con criterio. Lanciarsi allo sbaraglio, senza una figura professionale alle spalle, attratti dalla vetrina facile e da un piccolo guadagno privo di vincoli, può essere stuzzicante... ma la casa editrice è tutta un'altra cosa. Ho provato entrambe le strade e ho notato la differenza: tralasciando fattori importanti come pubblicità, diffusione, grafica e reperibilità, lavorare con uno staff preparato e che sa fare il proprio mestiere ti insegna tantissime cose e ti aiuta a crescere come scrittore.



11) Il tuo primo libro è stato acquistato quasi subito da un'importante casa editrice, la Newton Compton. Cosa ha significato per te? Ti va di condividere con noi le emozioni di quel momento? Qualche aneddoto a esso legato?

Cosa ha significato? L'avverarsi di un desiderio. Quando mi è arrivato il primo messaggio dalla casa editrice, la mia reazione è stata sedermi: mi tremavano le gambe, non riuscivo a crederci. Subito dopo ho pensato di rifiutare la loro proposta: avevo troppa paura! Ma era un'occasione irripetibile, era davvero un sogno che si realizzava e non potevo buttarlo via.
Un aneddoto? Quando ho iniziato a contattare le case editrici per tentare l'invio di un romanzo, la prima su cui mi sono informata è stata proprio la Newton Compton, che allora pubblicava una delle mie autrici preferite: Federica Bosco. Far parte della stessa “scuderia” sarebbe stato un onore, per me! Ho spulciato il loro sito internet alla ricerca di un indirizzo a cui spedire il mio lavoro, e invece ho scoperto che in quel momento non accettavano manoscritti. Così mi sono “rassegnata” a puntare su altre case editrici. Pochi mesi dopo è stata proprio la Newton a cercarmi. Sembra pazzesco solo a me?


12) Ti conosciamo come scrittrice, ma chi è in realtà Cassandra Rocca? Quali sono i tuoi sogni, le tue aspirazioni? Cosa ti piace fare oltre scrivere?

Cassandra è una ragazza come tante, con una vita normale. Lavora come educatrice infantile, va a fare la spesa, impreca elegantemente in mezzo al traffico e lancia oggetti contro il soffitto per provare a far capire alla vicina di sopra che sta facendo troppo rumore. (Per inciso: non funziona!) Sogno una casa tutta mia “sul cucuzzolo della montagna” (ho bisogno di pace, si capisce?!), dove stare seduta sul divano a guardare un film tratto da un mio romanzo (punto troppo in alto?). Amo leggere, mi piace camminare (anche se lo faccio di rado perché sono tremendamente pigra) e ho una passione smodata per la musica e la danza classica. E per i Sette Nani! (Brontolo, i love you!)

13) Il posto ideale dove ti piace scrivere? Ascolti qualche playlist mentre scrivi? Se sì, quale?

Qualunque posto va bene, l'importante è che sia comodo e silenzioso. Scrivo ascoltando una playlist solo se intorno a me c'è trambusto, e in quel caso prediligo la musica classica. Chopin mi riconcilia con il mondo!

14) Pronta per un gioco? Ti faremo una serie di domande botta e risposta, ok?

Ci provo... ma vi avverto: non riesco mai a scegliere meno di due opzioni per volta. Vale lo stesso?



 - Libro preferito?
Sono due (vi avevo avvertite!): “Il magico regno di Landover” di Terry Brooks e “Paradise” di Judith McNaught.
 - Libro che vorresti bruciare al rogo?
Nessuno! Mi spiace perfino vendere i doppioni... Il libro è un oggetto sacro!
 - Genere letterario che più ti rappresenta?
Rosa contemporaneo, quello che io chiamo “Commedia romantica”.
  - Personaggio di un libro che più ami?
Ce ne sono tanti... In questo momento mi viene in mente Jamie Fraser della serie Outlander. Impossibile resistergli!
  - Autore/autrice che vorresti abbracciare e con cui vorresti chiacchierare per ore?
Abbraccerei Judith McNaught e chiacchiererei con Diana Gabaldon.
  - Film che ti fa piangere ogni volta che lo vedi?
Titanic... e Dragonheart!
  - L’attore che vorresti rapire per portartelo a casa?
Hugh Jackman! Ma la lista è piuttosto lunga, sotto di lui...
 - Cantante o Band preferita?
Michael Bublè.
  - Caffè o Cioccolata?
Cioccolata, senza ombra di dubbio!
 - Dolce o salato?
Dolce. Però le patatine fritte...
 - Mare o montagna?
Sei mesi per uno?
 - Metropoli o campagna?
Campagna.


15) Cosa ti riserva il futuro? Qualche progetto di cui vuoi parlarci? Siamo molto curiose!

Ho appena sottoposto una trama tutta nuova alla mia casa editrice e ho avuto il loro benestare, perciò ho iniziato a scrivere. Ma è ancora in fase di elaborazione, quindi non posso anticipare nulla.

16) Cosa vuoi dire alle nostre lettrici per invogliarle a comprare il nuovo libro?

Non mi so vendere molto bene, in realtà. Posso solo dire che, se hanno voglia di staccare la spina per qualche ora e amano le storie romantiche e a tratti divertenti, “Mi sposo a New York” potrebbe fare al caso loro. E che se hanno amato anche solo il primo romanzo della trilogia... non possono perdersi la conclusione della storia!


Ed eccoci alla fine di questa piacevole chiacchierata! Ti ringrazio per la disponibilità e la gentilezza che ci hai sempre dimostrato. Con l'augurio di leggere presto la tua prossima storia, quest'insaziabile lettrice ti lascia con un abbraccio.





L'autrice: 


zul4OmjGiovane scrittrice di origini siciliane, vive a Genova. Nella vita di tutti i giorni lavora come educatrice infantile, ma dedica il tempo che le resta al suo amore più grande: i libri. Accanita lettrice e aspirante scrittrice fin dalla tenera età, ha iniziato a pensare di rendere pubblica la sua passione solo negli ultimi anni. Tutta colpa di New York è il suo romanzo d’esordio.



La serie "TUTTA COLPA DI NEW YORK" è così composta:
1. TUTTA COLPA DI NEW YORK
1.5 In amore tutto può succedere
2.  UNA NOTTE D'AMORE  A NEW YORK

2.5 Tutta colpa della gelosia
3. MI SPOSO A NEW YORK
 


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