Recensione: "LA PRINCIPESSA E LA REGINA E ALTRE STORIE DI DONNE PERICOLOSE" di George R.R. Martin e Gardner Dozois.






Traduttore: T. Albanese  -  S. Altieri
Genere:  Fantasy
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 416
Prezzo: € 20,00
Uscita: 2 Gennaio 2015





Sinossi:
"Chiamare Danza i tetri, turbolenti, sanguinosi eventi di questo periodo appare grottescamente inappropriato. Senza dubbio alcuno, il termine trae la propria origine da un qualche cantastorie. 'Morte dei Draghi' sarebbe un nome di gran lunga più sensato." Con queste parole si apre "La Principessa e la Regina", il nuovo tassello nell'affresco della saga di George R.R. Martin. La vicenda si svolge circa due secoli prima della storia narrata nelle "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" e racconta la terribile guerra civile che dilaniò la famiglia Targaryen alla morte del re Viserys I. Tanto la principessa Rhaenyra, sua figlia di primo letto, quanto la regina Alicent reclamarono il Trono di Spade. La prima per sé, la seconda per il figlio, il giovanissimo principe Aegon. Il risultato fu un conflitto terribile, in cui parenti e alleati dovettero decidere con chi schierarsi. Un conflitto di una violenza senza precedenti, che vide contrapporsi fratello e sorella, draghi contro draghi. I Sette Regni di Westeros divennero il teatro di una battaglia tetra e cruenta tra le maestose creature e furono bagnati dal sangue che cadde dal cielo. Ma l'antologia, che ha vinto il World Fantasy Award, curata da Martin stesso assieme a Gardner Dozois (il più importante editor americano di fantasy e fantascienza), non si limita al romanzo breve di Martin: contiene anche racconti thriller, fantastici e fantascientifici di alcuni grandi autori e autrici inglesi e statunitensi.





Leggendo la presentazione del libro, scopro che ha vinto il World Fantasy Award. Un premio che evidenzia la qualità della scrittura. In realtà, l’antologia non verte solo sul fantasy. Certo, è stata curata da esperti del settore, uno dei quali, George Martin (tra i re del fantasy contemporaneo), la apre con il racconto più lungo. Ma la raccolta esplora la femminilità pericolosa nella letteratura, in ogni sfumatura. Ecco che quindi spazia in ogni ambito letterario. Questo volume però contiene solo la prima parte, perché in Italia l’antologia è stata spezzata. Spero che le altre novelle siano all’altezza!
Il titolo del libro, La principessa e la regina, deriva dal romanzo breve di George Martin: un concentrato di storiografia del continente Westeros, che esplora la guerra nota come Danza dei Draghi. Martin trascina il lettore nuovamente nel suo universo fantasy più noto, quello dell’epopea “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, alla sua maniera: un intreccio di battaglie cruente, intrighi, casate che si affrontano per il potere, condite da un’infinità di lady, lord e città. Un consiglio: annotatevi i nomi, altrimenti vi perdete! Mi è sembrato di leggere un trattato di Storia antica. Chi apprezza la serie di riferimento, non può che esultare, perché, oltre a comprendere meglio le origini, finalmente conosce i draghi. È stato bello immaginare loro (ognuno con il suo aspetto e il suo carattere) e i loro scontri! Ma vi avviso: dati la quantità di nomi e di eventi e il ritmo sostenuto, la lettura potrebbe risultare confusionaria. Anch’io all’inizio ho avuto qualche difficoltà, ma non mi sono scoraggiata: come sempre mi ha stupito la fantasia di George Martin, che ha il potere di immergermi nelle sue vicende inventate più umane che “magiche”. 
Desperado è la novella targata Joe Abercrombie, altro autore fantasy che in questo caso si cimenta nel Western, con una protagonista d’eccezione: una giovane ladra fuggitiva, che mi ha dato l’impressione di essere una cucciola di leone pronta a difendersi. Lo stile vivido e coerente con il contesto, mi ha permesso di avvertire l’atmosfera tipica dei film western e l’angoscia della ragazza. 
O il mio cuore spezzato secondo me merita il primo posto in questa prima carrellata. Non appartiene ai miei generi preferiti, ma Megan Abbott elabora una storia (che definirei mistery) convincente: sommessa, straziante e angosciante, analizza l’impatto psicologico e ogni tassello si incastra perfettamente un poco alla volta. Fino al finale sospeso tra speranza e amarezza. 
Cecelia Hollande torna al genere storico proponendo“l’apoteosi della famiglia disfunzionale” da un punto di vista particolare, che rende la lettura piacevole e a tratti divertente. Un modo curioso e interessante per mostrare uno spaccato storico che piacevole non è stato: la piccola Nora ci presenta il suo papà, il re inglese Enrico II, la sua mamma Eleonora D’Aquitania, i suoi fratelli e la Corte dell’epoca. Impeccabile lo stile, che risalta il temperamento e l’età della bambina. 
Le mani che non c’erano esplora i giochi di potere inuna ipotetica società fantascientifica. È un racconto gradevole, anche se per me non spicca. Mi ha colpito soprattutto il finale, che lascia con la curiosità di scoprire la verità sui fatti narrati. 
Jim Butcher presenta il seguito della sua serie urban fantasy “Dresden Files”. Per chi non la conosce, come me, faticherà un po’a capire le dinamiche tra i personaggi. Comunque il ritmo sostenuto e i contenuti tipici (azione, magia, creature soprannaturali nel mondo contemporaneo) mi hanno subito coinvolto. Tuttavia ritengo che ci sia “troppa carne sul fuoco”, anche per l’intenzione dell’autore di spiegare quello che serve per far entrare nell’ottica del racconto. Consiglio la lettura a chi apprezza questo genere. 
Anche la novella Raisa Stepanova merita di essere in cima alla classifica. Colpisce il contesto, la II guerra mondiale, e la protagonista, una giovane aviatrice russa che abbatte aerei nemici. Un’eroina, quindi, dal carattere determinato e con i suoi difetti. Il lettore viene catapultato in un periodo storico drammatico, tra battaglie aeree, spirito di sopravvivenza, le emozioni e lo stile di vita di Raisa, che riflettono la realtà dell’epoca. Ammetto che il racconto di Joe Landsale, Battere Jesus, non mi ha entusiasmato. Mi è sembrato un po’ convenzionale, con il giovane protagonista che affronta il percorso di formazione grazie ad un anziano, vecchia stella del wrestling presentato al limite del macchiettistico. Anche l’apparizione della donna “strega” non mi ha convinto: sembra quasi un pretesto per inserire la femminilità pericolosa, tra l’altro in modo secondario. Secondo me l’unica nota positiva è nel finale, quando l’anziano si accorge che l’ossessione per la donna è solo psicologica e che quindi lei non è malvagia. Eppure mi rimane un interrogativo: come è possibile che siano accadute tutte quelle cose orrende in presenza di questa donna? 
Conosco Megan Lindholm sotto lo pseudonimo di Robin Hobb, famosa autrice fantasy. Con il racconto Vicine di casa si cimenta con successo nella narrativa contemporanea, esplorando un tema intenso e che invita a riflettere: cosa significa essere una donna anziana. Non manca un cenno di mistero che ho apprezzato, perché rimane il dubbio se si tratta di qualcosa di fantastico oppure di psicologico. Mi ha colpito anche il finale, che lascia intuire il destino della signora e che invita a riflettere sulla natura del mistero.
L’ultima novella di questa prima parte, mi ha spiazzato: dapprima in senso negativo, perché mi annoiavano le elucubrazioni del protagonista, poi in modo positivo, quando a poco a poco è emerso il suo carattere. Quindi ho compreso che le elucubrazioni sono un tratto tipico del personaggio presentato. Il protagonista infatti rivela una personalità distorta. Il dramma fisico che si compie rispecchia il suo dramma interiore. Non è facile affrontare le emozioni di un personaggio simile, ma Lawrence Block ci riesce in pieno. 
Tirando le somme: l’iniziativa di questa antologia dimostra un risultato interessante, che in alcune storie è decisamente coinvolgente. Il fatto che viene dato spazio ad ogni ambito letterario, la rende adatta ad ogni lettore adulto. Le novelle sono slegate tra loro, quindi se una non piace, si può andare avanti senza difficoltà. Mentre, per i contenuti a volte forti e violenti, la raccolta non è appropriata ai più giovani. E ora non mi resta che gustare la seconda parte!










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