Recensione: "SPOSE DI GUERRA" di Helen Bryan.







Traduttore:  Marco Zonetti
Genere: Narrativa Storica
Editore: Amazon Crossing
Pagine: 482
Prezzo: € 4.99 (e-book); € 9.99    
Uscita: 17 Novembre 2015








Sinossi:

Dopo aver devastato l’Europa, la seconda guerra mondiale minaccia di incendiare la Gran Bretagna. Nel sonnolento paesino inglese di Crowmarsh Priors la vita non è più quella di sempre: le case del villaggio ospitano gli sfollati da Londra, le incursioni aeree diventano un lugubre appuntamento notturno, la morsa del razionamento mette a dura prova ogni parvenza di dignità, mentre sempre più uomini partono per morire al fronte. E cinque giovani donne si legano in un’amicizia tanto profonda da travolgere la vita di ognuna. Alice Osbourne è la figlia giudiziosa del defunto vicario, Evangeline Fontaine una ragazza americana del profondo sud, Elsie Pigeon è fra i poveri di Londra che vedono nell’evacuazione l’opportunità per scampare a una vita di stenti, Tanni Zayman è una giovane ebrea in fuga dagli orrori d’Europa e Frances Falconleigh un’intraprendente debuttante con un padre deciso a segregarla in campagna, a distanza di sicurezza dalle tentazioni mondane. Intorno alle cinque ragazze, così diverse e provenienti da mondi apparentemente lontani tra loro, la guerra e le privazioni si fanno sempre più aspre, ma le avversità che potrebbero distruggere le loro vite finiscono per unirle indissolubilmente. Sostenendosi a vicenda per sconfiggere nemici spaventosi – la fame, le bombe, l’incubo di un’invasione nazista, un infame traditore – troveranno la forza interiore per aiutare se stesse e i loro amici. Quando, cinquant’anni più tardi, quattro di loro torneranno a Crowmarsh Priors per celebrare la Giornata della Vittoria ripresa in diretta televisiva nazionale, le telecamere renderanno pubblica la storia delle anziane signore che furono spose di guerra in un’epoca lontana. Ma la missione delle quattro amiche non è commemorare né ricordare: le spose di guerra sono tornate per vendicare la quinta amica che non può più essere con loro.








Sapete cosa manca alle donne di oggi, almeno nella maggior parte dei casi? La solidarietà femminile.
Un vero e proprio modo di vivere secondo il quale l’altra metà del cielo risulta, dall’esterno, compatta e non divisa in unità in continua lotta, in perenne concorrenza per sembrare più belle di fronte agli uomini.
Le donne hanno grandi risorse, tra cui il coraggio e la pazienza, ma queste vengono fuori solo in momenti storici eccezionali. Durante una guerra, per esempio.
Il toccante romanzo di Helen Bryan, “Spose di Guerra”, edito da Amazon Crossing, è proprio un inno all’amicizia, alla solidarietà nonostante le diversità sociali, culturali e le vicissitudini esistenziali. Una storia travolgente che mostra legami indissolubili nel tempo, soprattutto quando sono segnati da un conflitto spietato come fu la Seconda Guerra Mondiale.
Conosciamo fin troppo bene la vicenda umana che si fonde con quella storica: agli uomini il dovere di partire per il fronte, alle donne quello di attendere.
Ciò che non si dice spesso, però, è che questa attesa è logorante tanto quanto un combattimento sul campo. Altrettanto lacerante, piena di angoscia, dubbi, giornate passate a colmare un’assenza che potrebbe essere definitiva.
Le donne di guerra, non solo le spose, hanno il compito di vivere anche per i loro uomini, sopportare ogni genere di privazione, non solo quella umana, mentre le loro braccia e la loro mente devono trovare la concentrazione giusta e la forza per tenere in piedi un’intera società.
Alice Osbourne, Tanni Zayman, Evangeline Fontaine, Frances Falconleigh ed Elsie Pigeon, le protagoniste del romanzo, non sono eroine e pochissimo hanno in comune tra loro. Alice ha davanti a sé un destino già scritto, quello di tutte le brave ragazze in età da marito, Tanni è una giovane ebrea per cui il futuro non deve esistere perché qualcun altro ha stabilito che le persone della sua “razza” non ne hanno diritto, Evangeline ha un sogno d’amore considerato proibito per una americana del profondo Sud, Elsie trova nella fuga la speranza di una vita migliore, Frances è, invece, il “nodo” di tutta la storia, l’amica da ricordare e di cui salvare la memoria attuando una vera e propria rivalsa.
Le cinque donne si ritrovano, minacciate dall’avanzata inarrestabile del nazismo, in un villaggio inglese chiamato Crowmarsh Priors. La loro esistenza è tutt’altro che tranquilla: la guerra arriva dal cielo, con le incursioni aeree, da terra con la fame vera, quella che noi, uomini di oggi, nemmeno riusciamo a immaginare e perfino dal cuore, appesantito dalla grave sensazione di morte che accompagna tutto il romanzo e che ha, purtroppo, segnato tante vite nella realtà storica.
Le cinque protagoniste stringono un’amicizia forte, un’alleanza che solo le anime imprigionate in una sorte non scelta, bensì imposta da eventi o persone, possono comprendere fino in fondo.
Insieme affrontano la guerra senza neppure osare pensare che possa esistere un domani, una fine all’orrore. Per loro non esiste che il presente e la tragedia che le unisce, anzi, le stringe insieme come splendidi fiori in un vaso troppo piccolo, aiutandole a trovare la determinazione per tornare a sperare.
La sporca guerra termina e le vite delle giovani ormai forgiate da divieti e drammi, continuano, come sempre accade.
Il romanzo si apre proprio cinquanta anni dopo il conflitto, quando tutte e cinque sono richiamate a Crowmarsh Prior per ricordare ciò che è stato, per raccontarlo al mondo durante la Giornata della Vittoria nel 1995 e, soprattutto, per dare pace all’anima tradita di Frances, liberando se stesse da un peso trascinato per troppi anni.
“Spose di Guerra” è un romanzo da leggere per capire cosa è stata la Seconda Guerra Mondiale e, in generale, che effetto hanno tutte le guerre sul corpo e la psiche umana.
L’autrice ha fuso davvero bene la meticolosa ricerca storica con le vicende dei cinque personaggi principali tessendo, attraverso uno stile scorrevole e mai ripetitivo né banale, la Storia con le storie, la vicenda umana con le vicende individuali.
Nel libro ogni fatto si snoda con pazienza e attenzione; tutto, dal carattere dei personaggi alle descrizioni di ambienti, segue una logica perfettamente scandita da ogni singola “scena” e nulla reca al lettore l’impressione della narrazione frettolosa.
“Spose di Guerra” ha tutto ciò che un romanzo dovrebbe possedere: una storia solida, ben impostata, senza scalfitture nel ritmo avvincente o nella base storica, personaggi delineati nei minimi particolari in tutta la loro evoluzione, il dramma raccontato per far riflettere, facendo rivivere un’epoca con passione e sentimento, senza artifici nella elegante narrazione.
Uno dei pregi di questo romanzo sono proprio le superbe descrizioni di situazioni e personaggi come, per esempio, quello di Alice:

“La ventiduenne Alice Osbourne era quella che la gente definiva una “brava ragazza”, assennata e responsabile, anche se si tendeva ad aggiungere che era graziosa quando sorrideva. Era alta come suo padre, il defunto vicario di Crowmarsh Priors. 
Da lui aveva anche preso i lineamenti, i capelli castani e l’aria svagata da intellettuale. Non assomigliava per niente alla madre, la cui bellezza giovanile era sfiorita dopo anni di salute “fragile” e di speranze deluse che, nella gerarchia ecclesiastica, il marito arrivasse più in alto della semplice parrocchia di una contea del Sussex orientale”(pag.18). 

“Spose di Guerra” è uno di quei libri da leggere il prima possibile, perché ci restituisce, anzi, ci tramanda l’ardente saggezza femminile che vive di coraggio e sa destreggiarsi tra i pericoli, conosce le cadute e le risalite.
La vita, soprattutto quella delle donne, è uno straordinario viaggio avventuroso nella felicità e nella tristezza che l’animo femminile può e deve affrontare, anche quando teme, sbagliando, di non potercela fare.







2 commenti:

  1. Sono il traduttore del romanzo, grazie della bellissima, puntuale, magistralmente argomentata ed esaustiva recensione. Lieto che il romanzo sia piaciuto così tanto, e complimenti per il vostro lavoro.
    Marco Zonetti

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    Risposte
    1. Grazie mille! Scusi il ritardo nella risposta, ho avuto modo di controllare i commenti solo oggi :-)

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