L'Angolo di Matesi: "ELIZABETH E DARCY"




Questo martedì un nuovo articolo di Teresa Siciliano che non ha bisogno di presentazioni, solo di due nomi: ELIZABETH e DARCY!!!

 
Orgoglio e pregiudizio è una pietra miliare non solo nella letteratura inglese, ma anche in quella rosa. Oltre a rielaborare, ovviamente, la fiaba di Cenerentola e introdurre l’uso raffinato del dialogo come mezzo per portare avanti la vicenda, presenta, infatti, due motivi che saranno poi ricorrenti con frequenza: l’anti-colpo-di-fulmine, cioè un rapporto uomo-donna che comincia male, ma poi si trasforma in un grande amore, e lo scontro apparenza/sostanza fra l’eroe e l’antagonista, la cui natura si svela solo col tempo.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d4/Jane_Austen_coloured_version.jpg“È passabile, ma non bella abbastanza da tentarmi” è il primo giudizio di Darcy su Elizabeth e per giunta lei sta pure ascoltando. E per quanto prenda la cosa con spirito … insomma, un disastro! Tanto più che il giovane cambia idea velocemente. Prima scopre che ha dei begli occhi ed è graziosa, poi viene attratto dalla sua intelligenza e dal suo spirito critico e, lo ammetterà nel finale, dalla sua impertinenza. Povero ragazzo ricco! Circondato da stupide donne interessate che vorrebbero circuirlo e che lo annoiano a morte! Ed eccone una che non vuole adularlo, ma ragiona con la sua testa e ha il coraggio di criticare le sue convinzioni.
Come dev’essere una donna colta? “Una donna deve avere una profonda conoscenza della musica, del canto, del disegno, della danza e delle lingue moderne, per meritare questa parola; e oltre a tutto questo, deve possedere un certo non so che nell'atteggiamento e nel modo di camminare, nel tono della voce, nel modo di rivolgersi agli altri e di esprimersi, altrimenti la parola non sarà meritata che a metà.” sentenzia Caroline, interpretando il suo pensiero.
"Dev'essere padrona di tutto questo", aggiunse Darcy, "e a tutto questo deve aggiungere qualcosa di più sostanziale, allargando la mente con vaste letture."
"Non mi sorprendo più per il fatto che conosciate solo sei donne istruite. Anzi, adesso mi meraviglio che ne conosciate qualcuna."
"Siete così severa con il vostro sesso da dubitare della possibilità di tutto questo?"
"Io non ho mai incontrato una donna del genere. Non ho mai visto tanto talento, buongusto, impegno ed eleganza, come è stato descritto da voi, riuniti insieme."
All’epoca l’istruzione delle ragazze era piuttosto superficiale anche nelle classi alte: la stessa Elizabeth, pur essendo figlia di un gentiluomo molto colto, non ha fatto studi sistematici, anche se sembra aver messo molto a frutto le possibilità che comunque ha avuto. D’altra parte le interessa forse di più l’osservazione diretta della natura umana, fatta con spirito critico e umorismo. Darcy, invece, sembra avere una cultura ampia e profonda, benché solitaria, che dimostra nella cura della biblioteca di famiglia e nell’educazione della sorella, tanto più giovane di lui. Al momento Elizabeth non capisce la sua natura riservata e ascrive tutto all’orgoglio e alla superbia.
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Per capirlo meglio, infatti, bisogna risalire all’infanzia e al continuo confronto con il fascino appariscente di  Wickham, il suo concorrente nell’amore del padre, presentato come persona giusta e buona, ma certo, a nostro giudizio, poco perspicace. Il figlio lo giustifica con il fatto che personalmente aveva potuto valutare l’amico d’infanzia in momenti in cui si controllava poco: insomma con la barriera che sempre separa gli adulti dai giovani. Come sentenzierà più tardi Elizabeth, qualcosa non ha funzionato nell’educazione dei due: uno ha preso solo la sostanza e l’altro solo l’apparenza del bene. Del resto non si può negare che Wickham sia molto abile nel mescolare verità e menzogne per non essere colto in flagrante: così, mentre riconosce che Darcy si prende cura della sorella e fa del bene, toglie valore a queste qualità attribuendone la causa all’orgoglio e alla superbia. Comprensibile che Elizabeth si lasci ingannare.
Ed eccoci alla scena più importante del romanzo: quella della dichiarazione d’amore nella canonica di Hunsford. Qui Darcy commette una serie di errori: la differenza di ceto e posizione economica e l’esperienza della vita gli fanno considerare scontato che Elizabeth risponderà positivamente alla sua richiesta. Inoltre la decisione per lui è stata così problematica e sofferta che ha bisogno di esprimere il suo travaglio, anziché la potenza del sentimento che lo domina. E invece Elizabeth non solo lo rifiuta, ma lo accusa di non essere un gentiluomo e gli rinfaccia tutte le sue colpe nei confronti di Jane e di Wickham. Significativo che il secondo appunto sia  quello che lo sconvolge di più.
Per cominciare a risolvere i problemi fra i due, la Austen ricorre all’espediente della lettera, peraltro particolarmente adatto al personaggio, che per iscritto si esprime molto più facilmente che a voce. Ma serve soprattutto a dimostrare l’onestà intellettuale e lo spirito non solo critico, ma anche autocritico di Elizabeth.
E tuttavia, per fare un passo avanti rispetto alla stima e al senso della giustizia, bisognerà aspettare l’incontro a Pemberley: i protagonisti avevano proprio bisogno di un po’ d’aiuto dalla fortuna.
http://www.ilsitodiroberta.com/wp-content/uploads/Colin-Firth-Orgoglio-e-pregiudizio.jpgPiù tardi con Jane, che le chiede quando ha superato la sua avversione per Darcy, Elizabeth lo ammetterà scherzando: "È successo così gradualmente, che non saprei quando è cominciato. Ma credo di poter dire che è stato quando ho visto per la prima volta la sua bellissima proprietà a Pemberley."
Scherza, ma nello scherzo c’è un fondo di verità. Naturalmente non stiamo parlando di convenienza e interesse. Come è stato sottolineato, questa è l’unica descrizione paesaggistica del romanzo e in realtà Pemberley rappresenta il suo proprietario, del cui aspetto fisico non sappiamo molto. Davanti alla vista impressionante della tenuta, percorrendo il parco e le stanze del palazzo, Elizabeth prende all’improvviso coscienza non solo dell’onore che Darcy le ha fatto chiedendola in moglie, ma anche del condizionamento che le sue origini hanno esercitato su di lui, rendendolo quello che è, di tutto il bene che è in suo potere distribuire e di tutto il male che poteva fare e invece non ha mai fatto, insomma di tutto ciò che inevitabilmente lo ha reso diverso dagli altri uomini che ha conosciuto. Questo le darà la forza per spiegare la propria scelta al padre quando, preoccupato, l’avvertirà:
“Conosco il tuo carattere, Lizzy. So che non potrai mai essere né felice né degna di rispetto, se non stimerai davvero tuo marito, se non guarderai a lui con l'ammirazione che si deve a un uomo superiore. Le tue brillanti qualità ti metterebbero in enorme pericolo in un matrimonio inadeguato. Non potresti evitare discredito e infelicità. Bambina mia, non farmi soffrire vedendo te incapace di rispettare il compagno della tua vita. Non sai che cosa ti aspetta."
È la voce dell’esperienza che parla, il rammarico per una scelta improvvida che ha fatto in gioventù e da cui vuole proteggere la figlia più amata, quella che gli assomiglia di più.
Ma stavolta Elizabeth sa quello che fa e noi ne saremo sicuri, quando l’autrice ci racconterà la sua vita matrimoniale e ne farà il punto di riferimento per la cognata.
http://libreriacasasullalbero.it/wp-content/uploads/2013/01/200602090676113421.jpg“Pemberley era adesso la casa di Georgiana; e l'affetto tra le cognate era esattamente quello che Darcy aveva sperato che fosse. Riuscirono a volersi bene l'una con l'altra, proprio come si erano ripromesse. Georgiana aveva un'altissima opinione di Elizabeth, anche se dapprima la ascoltava spesso con uno stupore che rasentava l'allarme, quando si rivolgeva al fratello con i suoi modi vivaci e giocosi. Lui, che le aveva sempre ispirato un rispetto che quasi sovrastava l'affetto, le appariva ora oggetto di scoperte, anche se bonarie, prese in giro. Acquisì nozioni che non le erano mai passate per la testa. Grazie agli insegnamenti di Elizabeth cominciò a capire che una donna può prendersi con un marito delle libertà, che un fratello non sempre permette a una sorella che ha più di dieci anni meno di lui. “
Quando rileggo l’ultima pagina del romanzo, subisco ogni volta il fascino della protagonista e mi chiedo come mai la Austen, che l’ha rappresentata con tanta originale abilità, potesse, in fondo, disapprovarla e preferirle come modello femminile Emma Woodhouse.
Emma Woodhouse?!  Ommioddio!!!
È la prova che un vero abisso ci divide ormai dall’epoca di Jane Austen e che non sempre i grandi scrittori capiscono fino in fondo quello che di straordinario stanno facendo.


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1 commento:

  1. Ho adorato questo romanzo e i suoi protagonisti. Letto e riletto non so quante volte da quando avevo quattordici o quindici anni. L'ho sempre considerato molto moderno e ho adorato entrambi i protagonisti. Brava come sempre, Matesi.

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