Salone Internazionale del Libro di Torino: "INTERVISTA AUTRICI NEWTON COMPTON".



Hola Insaziabili! 
Alla fine arrivo anche io con un articolo sul Salone del Libro, a una settimana esatta dall'evento organizzato da Newton Compton che ha messo insieme le più brillanti autrici italiane. Ho avuto l'onore di intervistarle in uno speed date (accontentatevi di ciò che sono riuscita a fare in soli 5 minuti!) e oggi potrete leggere i pensieri e le emozioni di chi di mestiere cerca di farvi ridere e stare bene.
Inutile dire che sono tutte meravigliose. Di loro porterò nel cuore i sorrisi, l'energia, i momenti di commozione... e nel cellulare avrò sempre i selfie sfocatissimi e di pessima qualità che ho scattato per rivedermi tra qualche anno e poter dire: c'ero anche io con loro!
Tra registratori che non volevano partire, fogli su cui avevo scritto le domande che svolazzavano, libri da far autografare e quel sant'uomo del mio fidanzato che cercava di non farmi ruzzolare insieme al trolley che mi portavo dietro (potete capire la mia ansia di raggiungere le scrittrici... almeno voi!), ecco la cronaca dell'ora più lieta della mia vita da lettrice. 


ANNA PREMOLI
Ora, vorrei dire qualche parola su quest'autrice, ma come riuscire a sintetizzare in poche righe la sua gigantesca e travolgente personalità?
Vi dico ciò che ho visto: una donna alta un metro e una montagna (e con il mio metro e settantotto con il tacco non ero così bassa... lei indossava scarpe basse, aiuto!), con un sorriso perenne stampato sul viso e occhi che brillavano di gioia. Questa è Anna Premoli, una donna ironica, volitiva e SIMPATICISSIMA!
Spendo poche parole sulla fila che ho dovuto fare per intervistarla, potete immaginarla, e vi dico solo che dopo averle stretto la mano ed essermi presentata con la voce piccola piccola per l'emozione, i momenti successivi sono trascorsi come in un aperitivo al bar con l'amica di sempre. 
Anna Premoli è una scrittrice formidabile, si sa, ma è anche questo: una donna carinissima!

Ora partiamo con le domande:

Sei una personalità di spicco nell'editoria rosa, antesignana delle autrici Self ri-pubblicate da una casa editrice. Avresti mai pensato di arrivare alla pubblicazione con Newton Compton?

Fa un po’ ridere questa cosa perché io non avrei mai voluto pubblicare. Sono stata pubblicata. Mio marito ha messo il mio libro sugli store come regalo di compleanno. Lui è un informatico e gli piaceva l’idea, ma io ero contrarissima. Non per timidezza, ma perché il mio background è completamente diverso e mi sembrava che con questo mondo non c’entrasse nulla. Mi sembrava un po’ l’antitesi della mia quotidianità.


Il tuo libro ha avuto un grande impatto sul pubblico e ha formato una nuova generazione di lettori. Emozioni tanto i lettori da non suscitare reazioni tiepide, ti si ama o ti si odia. Qual è ad oggi il bilancio della tua esperienza?

La scrittura mi ha dato e continua a darmi tantissimo. Mi ha fatto scoprire di me dei lati che non pensavo esistessero. Da persona molto precisa, molto quadrata, ho scoperto di avere anche una personalità un pochino più artistica. Dico un pochino perché non mi sento una grande artista. Questa completezza mi ha aiutata a livello personale. Infine, la scrittura è un mio sacrosanto antistress, perché io continuo ancora a fare una vita abbastanza impossibile e quei pochi momenti rubati mi aiutano a bilanciare varie tensioni e a rimanere con la testa sulle spalle.


Una domanda un po' cattiva. Sei una scrittrice per certi versi misteriosa, che interagisce poco con i suoi lettori e non ha profili professionali sui principali social: timidezza o strategia?

(Ride di gusto...) Totale mancanza di tempo perché mi occupo di investimenti finanziari in banca, poi ho un bambino e un marito. La mia giornata è full che di più non potrebbe essere. I social media richiedono tempo e se ci sei, devi essere presente.
Dopo l’ultima storia di Sebastiano, antisocial per definizione, ho avuto una valanga di mail in cui mi si chiedeva se mi sentivo anche io antisocial. Non mi sento antisocial, lo trovo uno strumento utilissimo. È che proprio la mia vita è strutturata in un modo che mi lascia poco tempo per questo tipo di svago. Però… ho voluto fare una prova e ho aperto un profilo Instagram. Ho deciso di fare un tentativo. La foto è più immediata, richiede meno tempo. Vediamo come va l’esperimento!


Perché hai scelto di scrivere romanzi rosa?

È un caso. Io scrivo nei ritagli di tempo e il romance mi permetteva di utilizzare personaggi ironici e sarcastici senza l’impegno che avrebbe richiesto il giallo nella sua elaborazione. Il rosa si sposa meglio con il tipo di vita che conduco e mi permette di andare a braccio, scrivere come mi viene.
Inoltre, evidentemente, c’è qualcosa dentro che mi spinge verso questo tipo di narrativa. Non sono una persona particolarmente zuccherosa, ma da qualche parte c’è questo lato che emerge nella scrittura.


Un genere che non scriveresti. Una storia  già scritta e che ti piacerebbe aver scritto. La storia che ti piacerebbe scrivere. 

Non scriverò mai un horror, lo sento come un genere che non mi appartiene.
Per quanto riguarda la storia che ho amato e che mi piacerebbe aver scritto, non ragiono in quel modo. Nel senso che il modo di narrare le storie è così diverso  da autore e autore, così personale, che non mi viene da dire che mi piacerebbe averle scritte. Tuttavia, il mio libro preferito è La coscienza di Zeno, un libro fortemente sarcastico. Un altro molto sarcastico, che io adoro, è Il maestro Margherita.
Infine, mi piacerebbe affrontare il rosa legato a tematiche di politica monetaria, oppure tematiche più politiche in generale. Però mi serve un pochino più di tempo, perché i contrasti in BCE, quelli tra politica monetaria italiana e tedesca, richiederebbero più ricerca.

ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE.

(Ride di gusto…) CA@@O lo dico, ma poi chiamo mio marito!



DANIELA VOLONTE'
Avete mai assaporato la pace? La serenità? Avete mai vissuto momenti con un sorriso sulle labbra e la sensazione di essere appagate? Ecco, parlare con Daniela Volontè vi fa sentire prprio così: serene! 
Voce morbida, sorriso sincero e dolcezza. Daniela è ciò che scrive, in tutto e per tutto. 
Una qualità che traspare da tutte le sue risposte e tutti i suoi gesti? La gentilezza.
Il suo caldo abbraccio lo porterò sempre con me.

E ora un po' di domande, perché si sa, sono un ficcanaso!


I tuoi romanzi sono ricchi di buoni sentimenti e propongono personaggi positivi con cui ci si identifica facilmente. Cosa intendi trasmettere ai tuoi lettori?

Ciò che mi interessa trasmettere è che alla fine del libro il lettore abbia un sorriso, è la cosa principale. Se poi il libro porti a riflettere su qualcosa va benissimo, ma l’importante è che lasci un senso di serenità e che serva da valvola di sfogo dalla quotidianità.


Quindi non scriverai libri più oscuri?

No, magari con una punta di drammatico, sì. Ma finiranno tutti bene.


Giochiamo con il titolo del tu primo libro: non riesci a dormire, quale libro leggi per farti dare la buonanotte?

Un libro che mi piace perché ha contraddistinto il mio passaggio dalla lettura alla scrittura è Twilight. Nonostante io non ami i Fantasy, Twilight mi è piaciuto e mi ha lasciato un senso di pace e di serenità. Ogni tanto ne rileggo un pezzettino.

Hai un meraviglioso rapporto di amicizia con Sylvia Kant, che vi ha fatto maturare l'idea di scrivere un libro insieme. Pui parlarci di questo progetto?
Noi non abbiamo mai tracciato una trama. Abbiamo iniziato a lavorare per gioco e, rimpallandoci capitolo dopo capitolo, siamo arrivate a elaborare questo romanzo, che non è ancora concluso.
È bello lavorare con Sylvia perché ci stimoliamo a vicenda, non mettiamo una scaletta, ognuno lascia all’altra delle porte aperte che poi l’altra prende per cercare di trascinare la trama verso il finale che vorrebbe.
Se non hai la passione per scrivere, lavorare con Sylvia ti porta questo.


Come riuscite ad armonizzare due stili così differenti?  Due anime così diverse?

In realtà ognuna di noi continua a mantenere la propria identità. Io gestisco il punto di vista femminile in prima persona e lei due punti di vista maschili in prima. Lei continua a proporre l’anima nera, mentre io ripropongo le mie donne dolci, tranquille, con cui è facile identificarsi.

ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE.

P@@@A TR@@A.



VALERIA LUZI
C'è bisogno che sottolinei quanto è FIGA? Bella, bella, bella!
Dinamica, giovane, dolcissima, Valeria Luzi è la quintessenza dell'autrice moderna, una scrittrice che sa usare i social media e soprattutto che ama il suo pubblico.
Ma, attenzione, se pensate che sia una ragazza eccessivamente spigliata sbagliate di grosso! 
Valeria è timida, sensibile e quando si parla con lei vien voglia di abbracciarla. 
Quasta donna è riuscita a farmi commuovere con la sua pacatezza, per il suo modo di essere così... semplicemente se stessa, senza costruzioni e senza maschere. BELLA!

Ecco a voi le domande e le anticipazioni sul futuro (poi dite che non vi voglio bene ù.ù)


Sei una scrittrice molto social, un approccio vincente per noi blogger. Quanto è importante per un autore il supporto dei blog e dei social media in generale?

È fondamentale come anche quello dei giornali, delle televisioni, dei media in generale. Purtroppo molto spesso i grandi media si occupano solo di libri di maggiore risonanza e molto meno di libri letti da una nicchia. I blog, quindi internet, sono il nuovo canale di comunicazione. Io preferisco il web perché è molto interattivo. Ho fatto anche interviste in televisione e sui giornali, ma rimangono più asettiche e comunque chi le ha seguite poi mi scrive su facebook. Per me è importante interagire con le persone tramite messaggi, conoscere le persone che mi leggono. I blog uniscono lettori e scrittori e fanno recensioni che ci aiutano.


Il rapporto con i lettori influisce sulla tua scrittura?

Per le mie storie non mi faccio influenzare, ma leggo con molta curiosità e interesse le opinioni dei lettori e le recensioni dei blog perché capisco meglio ciò che ho scritto io. Ci sono state persone che mi hanno fatto notare delle cose a cui nemmeno io avevo pensato.
Sto attenta ai feedback, sia per ciò che scrivo ma soprattutto per entrare nella psicologia delle persone, in empatia con chi legge. Non si può accontentare tutti ma è importante avere un’idea generale di cosa può interessare.


Ti odio con tutto il cuore è ambientato nel mondo della ristorazione. Perché hai scelto questo ambiente? Se dovessi abbinare un piatto al tuo libro quale sceglieresti?

Bellissima domanda! Volevo scrivere una storia di amore e odio ambientata a New York e in quel periodo un mio carissimo amico di NY, dove ho vissuto un anno, ha vinto MasterChef Stati Uniti (Luca Manfé, italiano). In una settimana mi sono vista tutte le puntate di Master Chef su Youtube. Già avevo un grande amore per Gordon Ramsay, rivendendo queste puntate mi sono detta perché non creare un chef bellissimo e fascinoso come Gordon? Magari anche arrogante come lui.
Volevo che la cucina fosse italiana perché io sono italiana e a New York è molto amata. È nata così questa allegra famiglia italoamericana.
Un piatto da abbinare… Michael Di Bella, il protagonista, è famoso per riproporre i semplici sapori italiani con il suo tocco magico: Gnocchi alla Sorrentina.


Puoi parlarci dei tuoi progetti per il futuro?

È stato bellissimo stare con Susy e Mike, ma adesso andiamo oltre. In questo momento sto scrivendo il mio prossimo romanzo, che mi sta prendendo più tempo del normale perché è la mia storia. È più complicato e doloroso, ma anche bellissimo perché la scrittura mi ha salvato la vita, mi ha fatto capire che non sarei mai stata felice se non avessi curato le mie ferite tramite la psicoterapia, quindi ho intrapreso questo viaggio pazzesco dentro me stessa che è durato tre anni. Il mio prossimo romanzo sarà sempre una storia d’amore, però sarà la mia storia d’amore con il mio attuale fidanzato.
(L’intervistatrice si commuove :'( )


ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE. 

MA P@@CA DI QUELLA TR@@A. 
Dopo penso che il destino mi ha lanciato il segnale che ciò che avevo scritto non andava bene. 



RAFFAELLA VELONERO POGGI
Lo sapete cosa penso di questa donna, avete letto le mie recensioni di "Un lungo fatale ultimo addio" e di "Uptown Girl", ma ogni tanto fa bene ribadire certe cose: Raffaella Velonero Poggi è una autrice coi  c... devo proprio scriverlo? Ci siamo capite!
E' coraggiosa, preparata e capace. E questo riguarda solo la sua professione di scrittrice.
Nel privato? Un ciclone di idee brillanti, di discorsi spassosi e momenti demenziali.
Dal vivo? Vorrei farvi ascoltare le registrazioni dell'intervista! Pensavo di aver battutto ogni record nel dire mille parole al minuto, mi sono dovuta ricredere.
Fortuna che esistono questi aggeggi meravigliosi che ti permettono di mettere pausa e riascoltare. Se avessi voluto scrivere tutto sul momento, avrei avuto bisogno del ricambio del polso e di un paio di ossa delle mano destra :P
Bando alle ciance, Raff è STREPITOSA!
Ecco le domande:


Uptown Girl è un romanzo fatto di contrasti, di doppi, la stessa storia è spaccata in due e addirittura c'è un connubio, a nostro parere riuscitissimo, tra crime e romance. Pensi di continuare su questa strada?

Sì, continuerò su questa strada, fatevene una ragione! Anche se ci saranno scollamenti, mischierò i generi.
Uptown Girl all’inizio è un libro bitonale, con diversi doppi, per esempio Uptown Girl e Downtown Man, la parte colorata e la parte in bianco e nero, e così via. Io ho comunque un velo. Il Velonero è la suspense dietro le mie storie, quel barlume di mistero, le cose che non sono mai come sembrano.
Non solo mi piace il giallo ma anche nella vita di tutti i giorni mi affascina il mistero, svelare le cose. Le storie quotidiane diventa nopiù belle se scoperte a poco a poco.


Un altro elemento di doppiezza nella tua produzione è la scelta di quelli che tu chiami pink (romance contemporaneo) e old (romance storico). Cosa ti permette di fare il romance storico che non faresti nel contemporaneo e viceversa. Ci saranno altri romanzi storici?

Piano piano sì, ci saranno altri romance storici. Per me non c’è differenza tra i due generi, perché l’approccio per me è lo stesso, sia per lo storico che per il contemporaneo, la cura è la stessa. Io ho delle storie e delle situazioni da esplorare, alcune non sono credibili al giorno d’oggi oppure in un determinato luogo. Scelgo il contesto e il periodo storico in relazione all’aspetto della storia che voglio esplorare.


Hai iniziato con la pubblicazione self, in particolare di romanzi storici. La tua è stata una scelta calcolata? Pensavi che lo storico, un genere ormai letto da uno zoccolo duro di vecchie lettrici, potesse avere tanta risonanza?

Nel momento in cui ho capito che gli editori non mi avrebbero letto, ho deciso di pubblicarmi da sola. Ho cominciato con quello che avevo pronto, cioè gli storici (Lontano da Westbury, Ritorno a Westbury, Carta Bianca,  che ora si chiama Un lungo fatale ultimo addio), e il racconto breve contemporaneo Uno sfregio sul cuore, che ho inserito su Amazon per un concorso online.
Non ho programmato una linea da seguire, è venuto tutto insieme, senza che avessi alcun controllo.
Non mi aspettavo che il romanzo storico avesse tanta risonanza.


Sei una autrice ibrida sostenitrice dell'autore ibrido. Cosa ti auguri per te stessa e per le tue colleghe? Quale pensi sarà il futuro dell'editoria?

Credo che bisognerebbe orientersi verso due canali. L’editore tradizionale per i romanzi più corposi, il self per i prodotti più brevi. Secondo me questa è una via che funziona in entrambi i sensi, sia per l’editore, che pubblica un autore già affermato, sia per l’autore che non si fa dimenticare in quanto i tempi di una CE sono più lenti, anche se nel mio caso più vicini al mio modo di scrivere.
Per un romanzo breve la dimensione self è quella ottimale.


ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE.

PO@@A PU@@@NA.




VIVIANA LEO
Non conoscevo Viviana Leo, devo fare un mea culpa. Sì, da blogger ho seguito il suo esordio in Newton Compton, ma non mi ero mai trovata a scambiare qualche parola con lei.
Fortuna che abbiamo rimediato!
Viviana Leo è giovanissima, con un delizioso e delicato accento leccese e i colori della sua terra stampati sul viso (ho il fidanzato salentino, perdonatemi questa digressione personale :P). 
Era lì in un angolo e l'avrei scambiata per una blogger, se Antonella dell'ufficio stampa non me l'avesse indicata. Perché Viviana è umile e discreta. Quanto mi piace!
Quindi, oltre alle domande di rito, poiché sono una perona che in ogni luogo cerca di creare una famiglia, aspettatevi di vedere qualche foto quest'estate... perché se scendo in Puglia, non è contemplato che non vada a trovarla!
(L'ho già avvisata che la stalkererò, per ora non mi ha ancora mandata a quel paese :D )


Ecco a voi le domandeee!

Hai ottenuto molto successo presso le lettrici anche se giovanissima. Sei passata dalla pubblicazione in self a quella con una Casa Editrice leader nel settore rosa. Quali sono state le tue prime emozioni e reazioni quando sei stata contattata da Newton Compton?

Non ci credevo, pensavo mi stessero prendendo in giro. Sembra strano dirlo, forse anche un po’ ipocrita, ma non c’avevo mai pensato. Pubblicavo in self senza avere mire particolari. È stata una cosa inaspettata ma bella. Ci sono state tante insicurezze e indecisioni fino alla firma.
Dopo è arrivata l’ansia perché è diverso pubblicare in self. Cerco di vivermi questa esperienza… vedremo dove porterà!


Sei un'autrice salentina e il libro arrivato alla grande distribuzione è ambientato in Salento. C'è un motivo particolare che ti ha spinto a utilizzare l'ambientazione italiana?

No, in altri libri ho scelto l’ambientazione straniera. Sei solo mio ho voluto ambientarlo in Italia, in posti che conosco senza dover fare ulteriori ricerche. Più per comodità, ecco, poi perché amo la mia terra.
  

Il Salento è una terra di contrasti, anche cromatici,  basti pensare al mare azzurrissimo e alla caratteristica terra rossa. Sono contrasti che riporti anche nei tuoi personaggi?

Questa è una bella domanda, non c’avevo mai pensato!
Io amo la mia terra, ma ci sono contrasti e difficoltà, tra cui la mentalità. In ambito letterario, per esempio, ho avuto difficoltà a impormi con il fantasy, mentre al nord è più amato. Sicuramente anche i miei personaggi riflettono questi contrasti.


Sei giovane, scrivi di personaggi giovani. Quanto ti identifichi nei personaggi, quanto di te c’è in loro?

Di me in loro c’è tantissimo. Ci sono i miei difetti, le qualità che vorrei avere. Sicuramente l’età conta. Scrivendo di personaggi miei coetanei riesco a identificarmi. Non riuscirei a scrivere di un quarantenne, almeno per ora. Entro nella psicologia dei miei personaggi perché mi sono vicini.

ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE.

CA@@O!!!



ANGELA IEZZI
La conoscete poco, il suo libro è uscito solo la settimana scorsa, ma Angela Iezzi merita, merita davvero. Lo so che un libro viene apprezzato per ciò che dice e per come è scritto (lei ha vinto un concorsone, quindi fossi in voi non metterei in dubbio la sua bravura), ma Angela dovrebbe essere ammirata anche per la persona che è. Cinque minuti trascorsi con lei, altri dieci minuti impiegati a riascoltarla e la mia sensazione resta la stessa: dolcezza infinita. 
E' educata, di un umiltà che traspira da ogni sua parola, una ragazza di una compostezza e una disponibilità incredibili. 
Sono rimasta così colpita da lei, così conquistata che da ora in poi non comprerò mai un suo libro e basta, comprerò "Angela+il suo libro", tutto il pacchetto!
Ciò che voglio lasciarle è il mio in bocca al lupo per "Gli effetti speciali dell'amore" e l'augurio di leggere presto ancora altri libri.

A voi l'intervista ^_^

Gli effetti speciali dell'amore è risultato vincitore del concorso "Il mio esordio". Tu sei stata  selezionata dal sito Ilmiolibro.it, quindi la selezione è avvenuta ad opera degli utenti e in seguito da Newton Compton. Il contatto con i lettori ti ha aiutata?

Durante il concorso ho avuto recensioni che mi hanno aiutata a capire come la storia veniva percepita e a correggere tante cose. I commenti dei lettori sono utilissimi per migliorare. Poi è andata bene.



Non ti eri mai proposta prima a un editore?

Prima ho pubblicato solo un racconto fantasy. Un genere diverso e meno letto.


Dopo la selezione, è cambiato il tuo rapporto con il pubblico?

Adesso c’è un pubblico. Mi fa piacere che la storia venga letta e che chi l’ha letta e recensita si sia divertito. Il mio obiettivo era scrivere un romanzo di evasione, un qualcosa di leggero che ti tenesse compagnia la sera quando torni da lavoro, sei stanco e non hai voglia di complicazioni ma solo di una cosa che ti tiri su e ti faccia sorridere.


Quali sono le tue paure e le tue aspettative?

Siccome è la prima volta, le mie aspettative sono quelle di essere letta e riuscire ad arrivare al pubblico, di riuscire a rallegrarli un pochino.


Oltre alla necessità di intrattenere il pubblico, ci sono dei messaggi che ti interessa trasmettere? Degli argomnti a cui sei particolarmente affezionata?

Nel romanzo ci sono diversi piani di lettura. C’è la trama, che è la prima cosa che arriva, poi il percorso di crescita di Ashley, infatti ho scelto all’inizio l’aforisma di Oscar Wilde proprio per questo: siamo persone complicate, certe volte siamo noi a complicarci la vita e altre ancora commettiamo degli errori che potrebbero essere pesanti. Il bello è avere sempre la seconda chance, quindi perché rinunciare a un riscatto? Bisogna sempre buttarsi e riprovare.
 

Angela Iezzi vive di seconde possibilità oppure è andata sempre bene  la prima? Quanto ti somigliano i tuoi personaggi?

E' andata bene la centesima! 
C’è molto di me in Ashley. A volte, come lei, posso essere un po’ egoista ma cerco di mostrarlo il meno possibile, perché a nessuno piace emergere per i propri punti deboli. Jamie ha di me una parte di pazienza. Ho cercato di mettere un po’ di me in tutti loro. Chiaro che le passioni sono quasi solo le mie, come quella per il cioccolato e i libri.


ULTIMA DOMANDA (uguale per tutte le autrici): Va via la corrente e perdi il lavoro delle ultime cinque ore, la prima reazione VERBALE. 

Non dico parolacce.  Mi prendono in giro perché non mi vengono e ho una amica  all’università con cui siamo entrate talmente in simbiosi che le dice al posto mio.


Cosa direbbe la tua amica? 

Chiedilo a lei! 



Giunge al termine la mia intervista alle ragazze delle Newton Compton, alcune purtroppo la mattina non ci sono state ma vi lascio fotine sparse anche con la bellissima Giulia Ross e la meravigliosa Lidia Ottelli.
So che le domande non sono esaustive ma la formula speed date non mi permetteva di fare di più. Mi scuso con chi le ha trovate banali, ringrazio chi ha letto questo resoconto e ora andrà a cercare informazioni sulle autrici che non conosce. In Italia abbiamo tante bravissime scrittrici, loro ne sono solo un esempio. Da scrittrice, blogger ma soprattutto LETTRICE, posso solo augurarmi che vengano apprezzate da un numero sempre maggiore di lettori.

Ancora un saluto a queste donne bellissime e un abbraccio a tutte le lettrici di Insaziabili Letture <3

ANGELA D'ANGELO








1 commento:

  1. Grazieeeee Angela per questa bellissima intervista che hai fatto alle mie scrittrici che adoro come Daniela Volonté e Anna Premoli 😍 devo ancora leggere Raffaella VeloNero ma ho avuto il piacere di conoscerla nel salone. Di Premoli ero proprio curiosa del fatto che non usasse i social e che fosse difficile interagire con noi lettrici che lo amiamo. Adesso le mie domande hanno avuto una risposta grazie a te. Lo cerco subito su Instagram.

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