L'Angolo di Matesi: "UN'ALTRA COPPIA: ABBY E MILES"




  Volete un nome immortale? Quello di un'autrice che deve essere assolutamente letta dalle amanti del romance?  GEORGETTE HEYER!
Oggi Teresa ci parla di uno dei suoi libri, "PECORA NERA", e dell'anticovenzionale ed emozionante coppia formata da Abby e Miles!


Mi stupisce che nessuno si sia lamentato per l’assenza dalla nostra rassegna di Georgette Heyer. Tuttavia ammetto che in merito sono scandalosamente in ritardo. Ma non comincerò, come forse vi aspettate, dal dittico diabolico (La pedina scambiata e Il figlio del diavolo) e neppure dal Dandy della reggenza, che pure sono romanzi basilari nel rosa, talmente imitati che paradossalmente, quando vengono letti da una persona giovane, rischiano di sembrare scontati, all’insegna del motto “ne ho letti tanti uguali”. Sono andata invece a ripescare un volume in cui la capacità di scrittura dell’autrice mi pare addirittura superiore, forse perché pubblicato decenni dopo gli altri: Pecora nera.
Il romanzo è ambientato a Bath, un luogo austeniano quanto nessun altro, ma in un’epoca successiva a quella regency, quando la città non è più una località alla moda.
Abby è una donna nubile di 28 anni, cioè per l’epoca decisamente zitella. Ma della zitella non ha nessuno dei tratti caratteristici: innanzitutto non le sono mai mancati, né le mancano perfino al momento, i corteggiatori. Se non si è sposata è perché, avendo una buona rendita, aspetta ancora l’amore. Miles Calverleigh è quasi sicuramente la pecora nera del titolo. O almeno tale pare e tale certo è stato in passato. Venti anni fa per la precisione, quando è fuggito con Celia, quella che credeva la donna della sua vita e sono stati ritrovati e separati solo la mattina dopo. Celia è stata “indotta” a sposare il buon partito scelto dalla famiglia, cioè il fratello maggiore di Abby, Miles è stato esiliato dai suoi in India, dove si è costruito un grande patrimonio, anche se in Inghilterra nessuno lo immagina. E ciò perché veste in modo comodo, dice quello che pensa schiettamente e non bada alle apparenze (cioè è molto diverso dai vari tipi di dandy della Heyer). E quindi a un concerto, quando il signor Dunston dice ad Abby che la sua bellezza offusca quella di qualsiasi altra donna, “Sciocchezze!” esclamò una voce divertita accanto a Abby. “Forse non avete ancora visto la nipote!” E poi, in privato, “Questa sera ci sono almeno altre tre perle rare in questa sala, senza contare Fanny!” E allora perché non corteggia loro? “Sono tutte fanciulle affascinanti! Ma non provo alcun desiderio di baciarle!”
Come scopriremo più tardi, Miles è tornato in Inghilterra perché ha scoperto che in mano al suo dissoluto nipote la casa di famiglia, Danescourt, è in rovina. E ciò perché Stacy è indebitato fino al collo e sta puntando un’ereditiera. La quale, guarda caso!, altro non è che la nipote a sua volta di Abby.
Da parte sua Abby ha avuto una vita piuttosto difficile a causa di suo padre che non l’ha mai amata, perché nutriva la massima antipatia per le persone intelligenti.
“Mi ribellavo in continuazione alle restrizioni che mi venivano imposte e …oh! Quanto odiavo quell’insopportabile parola: decoro! Ecco perché avrei voluto essere un uomo: per potervi sfuggire! A una donna, sapete, non è permesso. Noi siamo sempre legate… rinchiuse …”
Abby non si innamora subito. Non era affatto sicura che le piacesse. Era divertente e lei godeva della sua compagnia, ma spesso la mandava in collera con il suo disinvolto rifiuto di tutte le virtù indispensabili in un uomo di sani principi.
Però d’altra parte non si sente attratta dal suo corteggiatore più fedele, Dunstan, che è un uomo perbene e distinto, ma tradizionale (e anche un po’ mammone).
Senza che se ne accorga ancora, invece, le piace molto Miles. Perché?  Era un compagno veramente gradevole, con un’intelligenza così simile alla sua da non costringerla mai a spiegare neppure le osservazioni più rapide e incomprensibili, né a controllare le sue parole per paura di scandalizzarlo.
Lui, invece, capisce subito quello che più desidera, anche se lo esprime in modo davvero insolito.
“Questa poi! Quando mai ho cercato di corteggiarvi?” protestò lui.
Non poté impedirsi di lanciargli un’occhiata di sfuggita, ma si accorse immediatamente di aver commesso un’imprudenza: lui le stava sorridendo in modo tale che il suo cuore cominciò a battere ancor più violentemente.
“Vi amo, sapete” le comunicò in tono discorsivo. “Volete sposarmi?”
Una dichiarazione, diciamo, un po’ carente di romanticismo. D’altra parte agli occhi di Abby sembra dividerli senza speranza la fuga d’amore di vent’anni prima con la sua futura cognata Celia e per giunta Miles rifiuta la sua richiesta d’aiuto contro Stacy, perché la sente come una specie di ricatto più adatto a un cavaliere errante che non a lui. “Voglio il vostro amore, non la vostra gratitudine.”
Ma, manco a dirlo, lo farà: organizzerà un intrigo, uno di quelli complicati della Heyer, che gli costerà fastidi e anche un sacco di soldi, pur di eliminare il nipote dalla scena e salvare la giovane Fanny.
Non che questo risolva le cose: James, il fratello superstite di Abby, si opporrà decisamente al matrimonio della sorella con un farabutto del genere. Ma potete mai supporre che questo fatto riesca a fermare Miles? No di certo.
 “Avete detto che non mi avreste sposato per una serie di ragioni la maggior parte delle quali erano assolutamente idiote, poi mi avete anche detto che non potevate conquistare la vostra felicità a costo di quella di Selina e di Fanny. Be’, sacrificatevi pure, se volete, ma che io sia dannato se vi lascerò sacrificare me!”
Insomma l’unica soluzione è il rapimento. Be’, una specie. Sarà uno scandalo! pensa Abby.
“Non crederete per caso che qualcuno della vostra famiglia si lasci sfuggire anche una sola parola! No, no! Il matrimonio si è svolto in forma privata, naturalmente! Immagino che James troverà un ottimo motivo per spiegarlo!”
E tutto si sistemerà perché Abby sarà molto ricca e anche signora di Danescourt. E, dal momento che “la sua unica stella luminosa” (e poi diceva di non essere romantico!) è ancora perplessa e pretende di essere riportata a Bath, lui fermerà la corsa del calesse e la metterà con le spalle al muro.
“Ditemi che è questo che desiderate da me, dal profondo del cuore, e io lo farò!”
Lo guardò negli occhi, e quello che vi lesse le fece accelerare i battiti. “Ditemelo, Abby!”
“Potete rapirmi” disse Abby con dignità “ma non potete costringermi a mentire!... Miles! Sta arrivando una carrozza e c’è un uomo che ci guarda da sopra una siepe! Per amor del cielo…!”
È il finale, ma nei puntini c’è tutta la felicità di tutto il resto della vita.

***
Non posso dire che all’epoca questo romanzo mi sia piaciuto più dei tre ricordati all’inizio di questo articolo. Eppure, quando ho cercato nella mia memoria una coppia che oggi potesse rappresentare al meglio la Heyer, ho scartato Alastair e Léonie, Dominic e Mary, Worth e Judith. Probabilmente perché erano coppie a dominanza maschile in maggiore o minore misura. Ne ho cercato una in cui il rapporto fra i sessi fosse più equilibrato, in cui poter capire come mai in un’epoca di così pochi diritti per le donne queste fossero riuscite a sopravvivere. Era questione di intelligenza e determinazione, ma sempre all’interno di regole sociali che non potevano essere facilmente infrante. Per Abby è fondamentale l’indipendenza economica, ma anche la fortuna di incontrare un uomo capace di apprezzare la sua diversità e di spezzare le sue catene. Un uomo anche lui diverso, per nulla sentimentale e complimentoso, ma fermo nel prendere al volo la donna della sua vita.


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2 commenti:

  1. Uno dei miei preferiti della Heyer, incomprensibile che non sia stato ripubblicato!

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  2. Non ho letto questo romanzo ma dovrò sicuramente recuperare!

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