Recensione: "366 - LA FAVOLA DI DONAL E ISABEL" di Naike Ror.





Genere: Contemporary Romance
Editore: Self Publishing
Pagine: 474
Prezzo: 0,99
Uscita:  Giugno 2017













Donal sospirò contrariato. 
«Senti Isabel.» Sbottò. «Potremmo nasconderci dietro a "Mille altri dieci argomenti da evitare al primo appuntamento", ma la verità dei fatti è che siamo impediti in queste cose. Non…» si fermò alla ricerca delle parole. «Io non sono uno da gesti eclatanti, colpi di scena romantici e, a peggiorare la situazione, ammetto di avere una pessima tempistica negli approcci. Potrei andarmene, certo, però rimarrei con il rimorso di non aver almeno provato a baciarti.» Isabel lo guardava, immobile, silenziosa. Quel discorso era pericolosamente ambiguo. «Se ti dico questo è perché ho come il presentimento che se facessi un passo verso di te, tu potresti urlare e non è la reazione che vorrei provocarti.» Isabel lo guardò ancora. «Ovviamente con questo non voglio dire che ogni volta che mi avvicinerò a te vorrò baciarti, ma stasera l’intenzione era quella e, magari, sapere cosa ne pensi renderebbe tutto questo meno… ridicolo.»
«"Ridicolo"?» Ripeté lei.
«Abbastanza.» Isabel percepì l’imbarazzo di Donal e si sentì per la prima volta al suo stesso livello.
«Hai ragione Donal, siamo impediti.» Si sorrisero. «Non vorrei essere intimorita dalla tua presenza e ti giuro che le mie reazioni sono spontanee. Forse avrei dovuto indossare dei tacchi per sentirmi meno piccola accanto a te.» 
Donal tornò a guardarla proprio come prima che lei sgattaiolasse via. 
Isabel capì che quello era un momento che non voleva perdere, così, stringendo forte l’orlo del suo cappotto, attese che lui si avvicinasse.
«Sicura che non urlerai?» Le domandò. 
Lei annuì. 
Lui fece un primo passo, poi un secondo e Isabel chiuse gli occhi. «Respira, altrimenti invece che baciarti mi toccherà farti la respirazione bocca a bocca.» Isabel ridacchiò e finalmente Donal la baciò.
Questa è la favola di Donal e Isabel.





DONAL E' UNO SPIN OFF DELLA SERIE "R.U.D.E" DI NAIKE ROR.


La serie "R.U.D.E" è così composta:

1 - ROYLE (Ottobre 2015)
2 - USHEEN (Ottobre 2016)
3 - DUKE (In uscita in autunno)
4 - Untitled (?)





366 – La favola di Donal e Isabel” è un romanzo estremamente affascinante, soprattutto nei suoi risvolti psicologici e stilistici.
Naike Ror è un’autrice molto attenta, capace di grandi intuizioni accompagnate da una insistente necessità analitica che la conduce ad esplorare, nella chiave del romance, tematiche di scottante attualità.
366, infatti, come il romanzo da cui nasce come spin off, Usheen, si nutre nel terreno di un’ambientazione inconsueta e di grande presa emotiva, quella di un’Irlanda in cui lo scontro tra cattolicesimo e protestantesimo investe la vita dei cittadini in campo politico, culturale e sociale.
Capirete bene che, pur non rinunciando a una leggerezza e a un registro ironico e romantico, ci troviamo in presenza di un prodotto che si pone su un piano diverso da quello solito del genere di appartenenza e richiede una partecipazione più impegnata del lettore, chiamato a non sottovalutare la portata di quanto letto.
366, pur configurandosi come un romanzo autoconclusivo da poter leggere separatamente rispetto a Usheen, non può a mio parere prescindere dal confronto con il prodotto precedente, non dal punto di vista dalla trama, che come ho già detto è autonoma, ma nella riflessione sulle importanti conquiste e sull’evoluzione dell’autrice.
L’attenzione e l’analisi delle dinamiche sociali a cui Naike ci ha abituate acquista una connotazione diversa: il conflitto pubblico è qui indagato nel suo risvolto privato e psicologico, con una cura profonda e sottile.
La dimensione familiare di questo romanzo, infatti, non ci porta sul terreno dello scontro politico, ma su quello delle ripercussioni sociali del conflitto nazionale irlandese, che incidono sul modo di pensare, di educare i figli e di percepire e realizzare se stessi nel mondo.
Ed è qui che 366 si rivela un prodotto superiore, brillante e di mainstream: l’autrice gioca con la favola, cerca di persuadersi e persuadere il lettore di una superficialità che non c’è. Oh, non fraintendetemi, il prodotto è godibilissimo, leggero, divertente ed estremamente piacevole, ma sarebbe banale da parte mia fermarmi all’aspetto, alla confezione. Soprattutto, sarebbe ingiusto non riconoscere a Naike una capacità di analisi sopraffina e intelligente.
Mi spiego meglio: 366 (numero dei giorni in cui si svolge la favola di Donal e Isabel) ha una forma quasi diaristica che si arricchisce di piccoli e grandi eventi quotidiani, che si nutre del semplice, che si abbevera del lessico familiare. Gli episodi e gli eventi sono così straordinariamente comuni da dotare il romanzo di una parvenza rassicurante.
La semplicità, tuttavia, è solo apparente. La scansione dei giorni diventa metafora della risoluzione di un lutto (reale e metaforico), delle famose cinque fasi di elaborazione del dolore, e traccia un percorso di guarigione che non ha nulla di sensazionalistico ma molto di reale.
L’attinenza al vero rende amabili i protagonisti, anche e soprattutto in relazione ai loro molteplici errori, alle reazioni spesso rabbiose e infantili, al loro bisogno di stabilità e rassicurazione che sovente li conduce alla pretesa di affetto e non alla condivisione. Il loro confrontarsi con la realtà, attraverso la mediazione della loro peculiare cultura, attraverso la lente dei loro drammi personali e difficoltà relazionali, li dota di una dimensione di verità, fondata sugli errori, che buca la pagina.
Naike Ror non cerca nemmeno in un momento di proporre degli eroi perfetti, si dimostra spesso più attenta al lettore che ai suoi personaggi, delle cui sorti non si fa carico.
Sono Donal e Isabel a dover risolvere i loro problemi, sono loro a doversi fare del male come si fanno male tutti nella costruzione di una relazione, una relazione che qui non può avere una prerogativa privata ed egoistica a causa della presenza di una famiglia preesistente, i figli di Isabel, che non possono e non devono essere sacrificati per un amore da favola.
Allora il titolo, “La favola di Donal e Isabel”, è una menzogna? Sarebbe legittimo da parte vostra domandarlo. La risposta, tuttavia, in questo caso assume una dimensione tutta personale, e allora sono io a porre a me stessa una domanda: cos’è la favola?
La favola sono due persone che si amano, che condividono le piccole e grandi incombenze quotidiane, che si dedicano l’uno all’altro e alla famiglia, che si impegnano costantemente nell’accrescerla e nel migliorarsi, che traggono piacere dalla spartizione di semplici conquiste e intense gioie, che si rispettano senza usarsi violenza, fisica e psicologica, che cercano il confronto per superare le difficoltà in modo onesto e amorevole, anche nei momenti più accesi.
E allora sì, 366 è una favola, una bellissima favola dal gusto neorealistico e dallo spessore psicologico avanguardistico. È una storia di rivincita e di amore, non solo quello nato tra i protagonisti, ma anche di quello dell’autrice per ciò che scrive e costruisce.
Naike Ror non è mai banale, anche quando finge di esserlo (romance e basta? Ma davvero?!), è precisa e non sottovaluta lo studio, uno studio necessario non solo dei contesti ma delle culture, dei modi di pensare, che acquistano consistenza grazie alla sua grande empatia (quanto cuore sotto la sua scorza dura!).
Anche dal punto di vista formale, 366 mostra una scrittura più attenta e sorvegliata, indice di un miglioramento costante che fa presagire lavori futuri di ancora più eccezionale qualità.
E adesso, giunta alla fine della mia recensione, non mi resta che una piccola riflessione: Naike nel rosa, nella dimensione della novella (di 474 pagine!), ha raggiunto il picco più alto di tensione letteraria, di quella che ha poco a che fare con le autrici di grido del genere rosa/erotico, ma che ha molto a che vedere con la tradizione antinovecentista e che fa intravedere le potenzialità di un’opera che possa sfondare i confini di genere e acquisire un grande spessore letterario oltre che di intrattenimento.
Non mi resta che attendere i suoi lavori futuri con grande eccitazione e orgoglio.
Brava! 





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