Recensione: "DIRTY GAMES" di Valentina Facchini.

Genere: Romance erotico contemporaneo

Editore: Self Publishing

Pagine: 239

Prezzo: € 0,99 (E-book),

Uscita: 11 Luglio 2018

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Sinossi:

Il mio nome è Alathea Davis, ho ventisei anni e sono una prostituta. Potrei definirmi una “escort”, ma la sostanza non cambierebbe: mi vendo per vivere. Lui mi ha costretto a scegliere tra la mia libertà e il mio corpo, e io ho accettato la sfida. Ha deciso di addestrarmi, ma non mi piegherà al suo volere, non riuscirà a cambiarmi.

È un gioco senza esclusioni di colpi, il nostro.

Solo uno di noi vincerà.

E non sarà lui.

Il mio nome è Sebastian Reeve, sono egocentrico, lunatico e mi annoio facilmente. Mi definiscono un uomo viziato, e hanno ragione: ottengo sempre ciò che voglio. Quando ho sentito la sua voce, ho capito che doveva essere mia. Lei sembra leggermi dentro, mi porta al limite e mi disorienta. Non mi sono comportato da galantuomo, le ho tessuto una trappola e lei ci è caduta, ma non me ne pento.

È un gioco senza esclusioni di colpi, il nostro.

Solo uno di noi vincerà.

E non sarà lei.

Inizio con il dire che mi sono lasciata intrigare sin da subito dalla sinossi e dalla cover di questo romanzo. È il primo lavoro che leggo di Valentina Facchetti e, per chi mi conosce, sa che quando inizio una nuova lettura non mi faccio sfuggire nulla, e per nulla intendo prefazione, citazioni, ringraziamenti. Perché dico questo? Perché due sono le cose che mi hanno colpito da subito. La prima è la citazione che l’autrice mette all’inizio della prefazione:

“Mai giocare al gatto col topo se sei un topo: Don Addis”

Non c’è nulla di più vero. Non vi aspettate la classica storia tra un lui e una lei: i protagonisti, Sebastian e Alathea, non sono per niente i personaggi a cui siamo abituati, anzi, ritengo siano i primi ad avermi lasciato un’insolita sensazione, un senso di inquietudine che a parole non riesco ben a definire; e di questo me ne scuso con voi che ci seguite.

L’altra cosa che mi ha colpito è un periodo che Valentina inserisce nella sua prefazione:

“Non ci saranno protagonisti dolci e romantici che mettono l’amore al centro delle loro vite. Percorrere una nuova strada comporta sacrifici e coraggio: il coraggio di voltarsi indietro senza rimpianti e di continuare a camminare” 

La personalità dei due protagonisti la si evince dalla sinossi: sono orgogliosi, arroganti, li accomuna il gusto di padroneggiare, sottomettendo gli altri al loro potere. Se in Alathea sono ancora un po’ latenti questa caratteristiche, in Sebastian, invece, fanno parte del suo essere, sono radicate nella sua persona, gli strisciano sottopelle.  

Sebastian, però, non è solo questo e l’autrice ne fa una descrizione davvero magnifica, lasciandoci crogiolare nella fantasia sfrenata di immaginarcelo così come ce lo presenta grazie alle sue parole:

“Rimasi tramortita dal suo ordine, la voce di quell’uomo era bassa e roca: se un leone avesse potuto parlare, me lo sarei immaginato con quel tono. Trasudava potere da tutti i pori e solo in quel momento lo guardai meglio. Aveva i capelli biondo scuro, lunghi, che cadevano sulle spalle; le sue mani erano curate e le dita battevano impazienti sul tavolo di legno. Lo potevo osservare solo di profilo perché ancora non si era voltato, ed ero impaziente: volevo che lo facesse, lo speravo con tutta me stessa tanto era il desiderio di vedere il suo viso.”

Alathea cercherà in tutti i modi di non farsi calpestare, anzi, il suo controbattere a Sebastian la porterà a non piegarsi mai, nonostante le umiliazioni subite, fino al punto da stravolgere le sue stesse convinzioni e camminare sulle stesse orme di Sebastian.

Ed è proprio questo atteggiamento che mi ha sconvolto, nel senso che non sono riuscita a prendere una posizione e a parteggiare per l’uno o per l’altro, o ancora per entrambi i protagonisti. In tanti anni che leggo non mi è mai capitata una cosa del genere. So che queste mie parole non vi saranno d’aiuto, per cui vi invito a leggere questo romance ed esprimervi come meglio credete senza lasciarvi influenzare da niente e nessuno.

Lo stile dell’autrice è crudo, forte e non pone nessun veto a ciò che vuole esprimere, per cui ne sono stata affascinata.

Dirty Games è una storia molto particolare, per molti versi inaspettata e controversa. Di certo, non bisogna essere precipitosi nel giudicarla e leggeri nel comprendere le azioni dei personaggi e gli sviluppi della trama.

Una lettura che consiglio a tutti coloro che vogliano lasciarsi trascinare delle emozioni di un “gioco pericoloso”.